Ott 072023
 

Un popolo che porta frutti. La liturgia della Parola è incentrata sull’immagine della vigna, usata già dai profeti per parlare del popolo che Dio ama. Con Gesù si compie il regno di Dio e questo diventa “vigna” del Signore, affidata a noi, suo popolo, per portare frutto, continuare il suo disegno d’amore.

Commento di DON MARIO ALBERTINI

Anche Dio ha le sue delusioni. Adamo ed Eva sono  stati i primi e deluderlo, ma poi lungo la storia quanti  altri. La parabola evangelica è una sintesi della storia delle  delusioni di Dio a motivo delle infedeltà del popolo da lui  scelto, che non ascolta i suoi inviati, i profeti, e li  maltratta e li uccide, e alla fine ucciderà anche il figlio, cioè Gesù stesso. Storia delle delusioni di Dio anche a  motivo delle infedeltà, del rifiuto, dell’indifferenza di  tanti, pure da parte nostra.  

Ma nonostante le delusioni, Dio continua a voler bene  all’umanità, a tutti e a ciascuno, e chiede a tutti una  risposta di amore al suo amore. 

Gli ascoltatori del tempo capirono che Gesù stava  parlando di loro, ma non compresero che Gesù è il punto  di riferimento di tutta la storia, e che la sorte ultima  dell’umanità e dei popoli dipende dall’atteggiamento che  viene preso nei suoi confronti: o Gesù diventa la pietra  angolare, fondante, e allora si può costruire una vera  civiltà (la “civiltà dell’amore” la definì Paolo VI), o viene  rifiutato, ed è la rovina anche per la nostra civiltà. 

 E’ questa la vera interpretazione della storia, di ieri e di  oggi, perché la parabola non è conclusa. Essa termina con  una domanda: cosa avverrà di quei vignaioli?  Cosa avverrà di noi? cosa avverrà della nostra civiltà  occidentale? saremo noi a edificare la civiltà dell’amore, o  saranno altri popoli senza di noi?

La prospettiva della parabola è soprattutto sociale, ma  l’applicazione deve essere anche personale, cioè ognuno  di noi deve chiedersi fino a che punto è fedele a Dio e  fino a che punto Gesù è la pietra basilare su cui costruisce  la sua vita, fino a che punto riconosce Gesù come suo  Salvatore. 

Se deludiamo Dio, se deludiamo il suo amore, a  rimetterci siamo noi perché la delusione di Dio significa  il fallimento personale di chi ne è motivo. 

Un modo per capire se davvero facciamo  riferimento al Signore è quello di verificare come ci  comportiamo nella vita di ogni giorno. San Paolo, nel  testo della seconda lettura, dice cose molto concrete: 

“Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile,  onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia  oggetto dei vostri pensieri”. Valori umani autentici. E’  una bellissima sintesi di quella che deve essere la vita di  ogni persona, e soprattutto del cristiano.  

 Questo il Signore si aspetta, perché se è vero che per il  battesimo siamo cristiani, è altrettanto vero che cristiani  lo si diventa giorno per giorno.

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