PERCHE’ DORMI SIGNORE?
All’Onnipotente vorrei parlare, a Dio vorrei fare rimostranze. (Giobbe 13,3)
Dico grazie all’autore di questo salmo, che ha inserito nella sua preghiera questo esplicito rimprovero a Dio: perché dormi? Non avrei mai osato di mia iniziativa, ma visto che lo trovo in una preghiera biblica, lo faccio mio, con insistenza. E non mi crea rimorsi, perché trovo in altre pagine della sacra scrittura, soprattutto in altri salmi, espressioni analoghe.
Come poi non ricordare il lamento di Giobbe: se almeno mi ascoltassi! (23,6)? Come non ricordare gli apostoli che in piena tempesta svegliano, letteralmente, Gesù, e gli rinfacciano: Non t’importa che periamo? (Mc 4,38)?
E’ vero che sempre poi tu, Signore, mostri che non stai dormendo, e sembri quasi attendere quel grido per dimostrare la tua vigile provvidenza. Ma se il grido esce dal profondo dell’animo, tu sai che esprime una sofferenza spesso straziante. E quando non ti rinfaccio di star dormendo, mi unisco ai molti che soffrono per il tuo silenzio. Non potresti intervenire ogni tanto per aggiustare un sacco di cose? O almeno farti sentire un po’ di più, per rispondere ai nostri (ai miei) tanti interrogativi?
Forse sono io che sono sordo, o – peggio – ti ho messo a tacere? O più semplicemente, sono io che non so rispettare il silenzio che mi permetterebbe di “sentire la profondità silenziosa del mistero di Dio” ?
Perdonami ma ascoltami, Signore. Quando sono portato a interpellarti: perché dormi?, per favore dammi un piccolo segno che non è vero
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