SI’
NE VALEVA
LA PENA
“A Lisbona ritroveremo insieme la gioia dell’abbraccio fraterno”. Con le parole della locandina affissa per mesi in ogni Chiesa Papa Francesco invitava i giovani alla Gmg, affidandosi all’esempio di Maria che “si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), come a voler aprire la strada a tutti i giovani del mondo. Per ognuno di noi sacerdoti e responsabili di pastorale giovanile, educatori e animatori, i mesi di preparazione si sono giocati sulla fiduciosa obbedienza ai verbi alzarsi, andare in fretta e credere che a Lisbona avremmo ritrovato la gioia dell’abbraccio fraterno, mentre un sibilo strisciante ci sussurrava nell’orecchio se ne valesse ancora la pena: i ragazzi avrebbero risposto all’invito?
Le famiglie ci avrebbero accordato la loro fiducia? Noi accompagnatori saremmo stati obbedienti al compito? In Umbria da subito la risposta è stata per noi impressionante, un’ondata di giovani e giovanissimi, sicuramente impreparati, molti alla prima esperienza, tantissimi inconsapevoli di quello che avrebbero vissuto, ma fiduciosi che alzandosi e andando in fretta avrebbero incontrato testimoni semplici, autorevoli e credibili, disposti all’ascolto, si sarebbero aperti alla condivisione, .lasciati affiancare nel cammino, avrebbero vinto la solitudine in rinnovate relazioni di crescita costruttiva, libera e amicale.
Testimonianza, accoglienza, ascolto, condivisione, amicizia, servizio, carità, speranza, fede, resurrezione. Alla partenza pochissime di queste parole trovavano posto tra gli oggetti che zavorravano borse, borsoni, trolley.
Un giorno dietro l’altro, un incontro dopo l’altro, nell’accoglienza ad Aveiro – luogo del nostro gemellaggio -, nei volti di chi ci ha accolto in casa, nella cura e nell’amicizia di ogni famiglia, nelle voci che cantavano in lingue diverse la stessa melodia, nei colori di mille bandiere, persino nelle file per mangiare, fino al primo incontro con Papa Francesco, le catechesi dei vescovi, la Veglia, la Messa, in ognuno di questi momenti un pezzo della nostra zavorra veniva lasciato e più la nostra valigia perdeva suppellettili inutili, più il nostro cuore si riempiva di grazie e di gioia.
A qualche giorno di distanza non possiamo che rigettare incontrovertibilmente quel sibilo che diceva “Ne vale la pena?”. Sì, ne vale la pena. Ne vale sempre la pena quando animatori ed educatori si mettono al servizio della vita; ne vale sempre la pena quando sacerdoti e famiglia insieme si preoccupano della crescita dei propri figli in una reale comunità educante; ne vale sempre la pena se ci sono migliaia di cuori accoglienti e di porte aperte, di case ospitanti o comunità parrocchiali che abbracciano le nostre periferie esistenziali, nella bellezza di una Chiesa fedele a se stessa e per questo sempre nuova; ne vale sempre la pena quando il Papa ci chiama e parla al cuore dei giovani e al nostro nella contemporaneità del tempo che viviamo.
E’ quindi possibile ritrovare la gioia dell’amore fraterno? A Lisbona è accaduto. Ora ciascuno nella propria realtà siamo chiamati ad essere collaboratori di una grazia che lo renda di nuovo possibile, senza tramutarci in ostacolo con le nostre ingombranti valigie di pensieri se ne valga o no la pena. Alzarsi e andare in fretta!!! Questo riportiamo dalla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, credendo fiduciosi che ne vale sempre la pena, da qui a Roma, da Roma a Seul.
Di R. Pascolini da Avvenire
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