Dic 242022
 

Natale: il farsi carne della salvezza. Una liturgia della Parola che in ogni suo momento ci restituisce l’evento storico, l’annuncio gioioso e il profondo senso teologico della nascita di Gesù. Il Verbo si è fatto carne, la salvezza è entrata nel mondo: come Maria e i pastori, siamo chiamati a contemplare e ad annunciare la gioia di questo giorno.

Commento di don Mario Albertini

Nell’aria risuona ancora il canto degli angeli: gloria a  Dio e pace agli uomini – e si percepisce il sussurrare dei  pastori: andiamo a vedere – E anche noi sentiamo il  tacito invito: entra in quella grotta e … e cosa?  No, non entrare, fèrmati, fèrmati sulla soglia e chiediti:  cosa entro a fare? chi vado a vedere: un bel bambino  come tanti altri e niente più?  Rifletti allora sulla pagina del vangelo (Gv 1) – e prova  a ripetere nella tua mente queste parole: “il Verbo si è  fatto carne”. 

 Non pretendere di cogliere tutta la profondità di questo  che è un mistero, tuttavia puoi coglierne l’essenziale: il  Verbo, che è il Figlio di Dio nel mistero della Trinità  divina, al quale possiamo – dobbiamo – attribuire tutte le  qualità di potenza e di sapienza, – ha assunto la natura  umana con le sue debolezze e i suoi limiti. 

 E’ uno come noi: il Verbo si è fatto uomo, l’infinito si è  annientato, il Figlio di Dio ha rinunciato a tutte le sue  qualità divine.  Tutte – tranne una: l’infinito amore. L’amore per  l’umanità è stato il movente dell’incarnazione, l’amore  sempre infinito continua ad essere la caratteristica di  Gesù. Sì, nel farsi uomo Dio ha detto e dice a ciascuno di  noi la parola più bella e più incredibile: ti voglio bene,  voglio il tuo bene, ti amo. 

 Soltanto se lo crediamo, se abbiamo questa fede  nell’amore di Dio, ci è permesso di entrare in quella  grotta, e come Maria e Giuseppe, come i pastori, adorare  quel bambino, ma prima ancora dirgli grazie, e dirgli per  l’appunto: credo in te, Signore, credo nel tuo amore

Ma, Signore Gesù. cosa vuol dire il tuo Natale, la tua  nascita, per il mondo, per l’umanità, per la storia di oggi?  Sì, il tuo amore raggiunge, misteriosamente, tutta  l’umanità, e misteriosamente opera offrendo la salvezza a  tutti. Ma se è vero che a conoscerti siamo in tanti, di più  sono quelli che non ti conoscono. E tra quelli che ti  conoscono, quanti credono davvero in te? quanti ti  ascoltano e mettono in pratica il tuo insegnamento, il tuo  comandamento dell’amore fraterno? 

 Quando leggiamo la cronaca quotidiana, piena di guerre  e di delitti efferati ed assurdi che avvengono si può dire  davanti la porta di casa nostra, quando leggiamo di tanti  giovani e non giovani che rovinano la loro vita con la  droga, – viene da dire che la tua venuta tra noi non ha  significato niente, è stata un mezzo fallimento. 

 Ma forse tu vuoi che questa sera io guardi soprattutto a  me stesso, e che mi chieda: cosa vuol dire per me il tuo  Natale? 

 Io sono tra quelli che, oltre ad essere amati da te,  riconoscono e credono al tuo amore (cfr. 1Gv 4,16).  Questa conoscenza e questa fede sono fonte di serenità:  sapersi benvoluti da Dio è proprio bello! Ma c’è la  responsabilità di testimoniarlo diffondendo attorno a noi  serenità e bontà. Volersi bene, fare del bene: questo ci  domanda il grande vero dono del tuo Natale, il dono della  pace. Facciamo ancora in tempo questa sera ad augurarci  “buon Natale”, ad augurarci cioè a vicenda: che il Natale  ci renda tutti davvero più buoni, e non solo oggi. Più  buoni perché ci sappiamo amati da quel Bambino, – che è  Dio!

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