Abbiamo il piacere di farvi leggere una lettera di Padre Angelo, attualmente in Guatemala, che ha scritto in occasione della giornata missionaria mondiale
Carissime sorelle, carissimi fratelli, oggi si vive un tempo importante per la Chiesa, un tempo che celebra l’amore di Gesù per l’umanità, per tutti gli uomini, senza esclusione alcuna. Oggi è la Giornata Missionaria: una giornata dedicata alle missioni, a tutti i cristiani che in ogni momento della loro esistenza si ricordano dei poveri, degli afflitti, dei migranti; cristiani che dedicano la loro vita aiutando, sostenendo e facendo progetti rivolti ai popoli dimenticati, esclusi, sottomessi e lasciati soli ad una civiltà incivile che guarda unicamente al potere, al consumismo, alla ricchezza personale, alla prevaricazione.
Gesù è stato testimone della missione della Chiesa, è stato il primo missionario che si è messo a servizio dell’altro offrendo la propria vita, salendo sulla croce per salvare ogni uomo, annunciando la pace, la giustizia, l’eguaglianza, l’Amore. Ha inviato i suoi apostoli nel mondo per annunciare che tutti siamo figli di un solo Padre e che tutti siamo da Lui amati allo stesso modo. La Chiesa ha le sue radici nella missione, nell’evangelizzazione dei popoli, nell’esempio, nella testimonianza: attraverso le opere e la preghiera di ogni uomo che si professa Cristiano e appartenente ad una comunità attiva, la Chiesa si impegna a curare i bisogni degli ultimi, dei poveri, dei deboli, di coloro che sono sopraffatti dalla violenza e dalla schiavitù. Ogni cristiano che svolge la sua missione attinge la forza e il coraggio dallo Spirito Santo, che è il dono più grande che Cristo ha fatto e continua a fare ai suoi Apostoli, ai suoi “Combattenti”, che lottano per la pace e l’amore con l’unica arma che Gesù ha dato loro: il Vangelo. È per questi motivi che la chiesa di Napoli mi ha inviato in terra di missione a Tacanà in Guatemala. Sono dodici anni che opero, con Dio al mio fianco e con il Vangelo nel cuore, come missionario Fidei donum della chiesa di Napoli. “Non vi dimenticate dei poveri”: questa affermazione di San Paolo è l’espressione della chiesa di Napoli che testimonia con le sue opere l’amore verso coloro che vivono schiacciati dal potere, dai potenti del mondo. Nel corso di questi anni, il popolo indigeno del Guatemala, mi ha arricchito facendo crescere in me la fede, il coraggio e la determinazione a “fare”, impegnandomi a far riacquistare la dignità di uomo che gli stenti e le condizioni sociali di emarginazione hanno tolto, piegandolo sotto il giogo della dittatura, dell’ingiustizia, della guerra. Con l’aiuto di tanti benefattori, abbiamo realizzato un orto familiare, una fattoria, un asilo e l’ Ospedaletto pediatrico “Los angelitos” che negli anni è molto cresciuto, sia come struttura, sia come organico. Tanti sono i bambini ammalati che vengono ricoverati e curati, ma altrettanti giungono con gravi malattie legate alla malnutrizione e qui, purtroppo, muoiono. C’è sempre bisogno di aiuto economico per attrezzarci con apparecchi diagnostici, farmaci, personale medico e paramedico. Prego Dio ogni istante, soprattutto quando benedico le piccole salme, affinché questi arrivino presto. Asciugare le lacrime delle mamme è ciò che mi addolora più delle altre cose che devo affrontare in ogni momento. Doniamo la dignità ai poveri, doniamo loro la possibilità di potersi curare, di poter andare a scuola, di poter lavorare, di avere una casa, di poter scegliere di restare nella loro terra e di non morire in un deserto! Aiutatemi a sollevare dall’indigenza coloro che vivono per strada, che si nutrono con i rifiuti, che vestono di stracci e che non hanno acqua ed energia elettrica. Aiutatemi a combattere l’alcolismo, la sporcizia, l’abbandono dei vecchi nelle baracche senza medicine, cibo e assistenza. Aiutatemi a svolgere la missione che Dio, attraverso la chiesa di Napoli, mi ha affidato. Sono consapevole che stiamo vivendo tutti una grave crisi, ma sforziamoci di pensare, oltre che alle nostre famiglie, anche a coloro che non hanno mai avuto nulla e che continuano non avere nulla. Pensiamo anche a coloro che la crisi la vivono da sempre, ogni giorno. Vi chiedo di non dimenticare la Chiesa più piccola, quella dei poveri, perché attende una mano tesa su cui aggrapparsi. Inseriamo nell’elenco delle nostre priorità anche un’attenzione da distribuire ai poveri: Gesù lo ha fatto e possiamo, e dobbiamo, farlo anche noi. Gesù ci ha detto che solo camminando insieme potremo far crescere la Chiesa. La Chiesa siamo tutti noi e non possiamo lasciare indietro nessuno, altrimenti non esiste comunione, non esiste comunità, ma solo l’individualismo gretto. L’amore che Gesù ci ha annunciato e ha testimoniato è l’Amore Universale ed è in funzione di questo immenso amore che abbiamo il dovere di aiutare ogni uomo, “fino agli estremi confini del mondo”, per restituirgli ciò che Dio ha dato a tutti: “la dignità dell’uomo”. Dio vi benedica.
padre Angelo, attualmente in Guatemala
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