Ago 132022
 

Testimoni capaci di perseverare. Credere significa decidere ogni giorno della propria vita dinanzi a Dio, consapevoli che questo genera divisione incomprensione e richiede pazienza e fiducia. Il modello del credente è Cristo stesso, origine e compimento della fede

Commento di DON MARIO ALBERTINI

Al giorno d’oggi ci pensa la TV a darci le previsioni del tempo, ma forse anche noi ci arrischiamo a dire: domani farà bel tempo perché… oppure domani pioverà perché…. Ora Gesù ci ammonisce che più importante di questo è saper cogliere il vero valore del tempo che scorre, renderci conto che questo è il tempo delle decisioni dalle quali dipende la nostra salvezza o la nostra condanna eterna, capire cosa conta davvero agli occhi di Dio.Importante è anche saper dare una valutazione del tempo storico in cui viviamo, saper riconoscere ciò che è giusto e ciò che non lo è nella vita della società.

Noi siamo portati a dare giudizi negativi sulla nostra epoca; quando ci si incontra, è facile che ci lamentiamo che ci sono tanti delinquenti, tante ingiustizie; gli anziani dicono di non capire più i giovani, e i giovani di non essere capiti e che la colpa è dei vecchi; che la politica è tutto un interesse, che l’economia va male, eccetera. La televisione poi, e i giornali, sono pieni di cronaca nera, con notizie che davvero fanno rabbrividire: automobilisti ubriachi che travolgono altri, bambini innocenti abbandonati o rapiti, delitti che vengono compiuti in ambiti famigliari, o altro. Questo qui da noi, per non parlare di guerre e di terrorismo. E ci diciamo: come andrà a finire? Tutto vero, ma possibile che non ci siano avvenimenti buoni, fatti positivi? Sì, ce ne sono, ed è un contributo in questo senso che in quanto cristiani, se siamo cristiani, è richiesto a noi.

A tutti è richiesto, ma in particolare a noi, di confrontare le nostre scelte piccole o grosse con i valori morali della dignità umana, altrui e propria, della fraternità, della libertà, della bellezza interiore… E riconoscere i gesti di bontà, la cui presenza ci permette di guardare con fiducia al presente e al futuro. E qui ci viene in soccorso la seconda lettura. In essa, la vita cristiana viene paragonata a una gara atletica, a una corsa nella quale è importante la concentrazione e la perseveranza, così che lo sguardo non si volga a destra o a sinistra, ma sia fisso alla meta. L’esortazione che ci viene da questa lettura è: corriamo con perseveranza, tenendo fisso lo sguardo su Gesù. Il criterio per capire cos’è giusto viene dalla parola di Gesù Cristo.

Dicevo che il tempo che ci è dato è il tempo delle scelte. Nella prima parte della pagina evangelica Gesù rivela la sua consapevolezza di essere sempre, attraverso i secoli, un segno di contraddizione: accolto con amore e gioia, o respinto nell’odio o più spesso trascurato nell’indifferenza. In questo senso egli dice di essere venuto a portare divisione. La nostra scelta nei suoi confronti é di accoglienza e di fedeltà, o no? Se lo accogliamo, daremo un contributo perché la nostra epoca diventi migliore, perché domani il tempo sia bello, sia ricco di bontà, quella bontà che è più forte del

male.

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