Mag 282022
 

Siamo pochi. Siamo, forse, quattro. Eppure noi siamo la maggioranza.

Questi due versi sono di un poeta russo dal nome quasi impossibile, Vozneshenskij (n.1933), scritti nel 1962, cioè in tempo di oppressione politica nell’Unione sovietica, quando quasi nessuno là osava criticare il potere o dissentire dalle direttive imposte dal partito comunista. Invece lui e pochissimi altri ebbero il coraggio di entrare in esplicita polemica con il potere, convinti di interpretare il pensiero di molti; per questo il poeta si sente in grado di affermare: noi siamo la maggioranza.

Giustamente si parla molto dei diritti politici delle minoranze etniche, linguistiche, religiose… Ma talvolta più che politico il problema è psicologico, soprattutto quando si è convinti di essere maggioranza, e ci si accorge invece che tale maggioranza è solo statistica. E’ quanto sta avvenendo per chi è cristiano.

In Italia il cristianesimo è la religione del circa il 90 per cento, eppure è minoranza. Minoranza nella frequenza alla Messa, nell’accostarsi al sacramento della confessione, nell’accettare le direttive del magistero, nella valutazione morale alla luce della Parola di Dio, soprattutto nella conoscenza stessa di questa Parola che è la norma della vita cristiana.

Cosa comporta, accorgersi di essere minoranza? Ci sono dei rischi: di avvilimento, di ripiegamento nostalgico, di rigidità nelle proprie posizioni quasi per costruire un baluardo di estrema difesa, o al contrario il rischio di un esagitato e preoccupato darsi da fare per recuperare posizioni.

Ma Gesù ha paragonato il regno di Dio a un pizzico di lievito e a un granello di senape; ha parlato di un piccolo gregge che non deve aver paura, ha detto che la sua presenza è assicurata anche là dove soltanto due o tre sono riuniti nel suo nome – e se c’è lui, non manca nulla. Essere minoranza allora significa sentire ancora di più la responsabilità di testimoniare con la vita che si è veri discepoli del Signore.

Con la certezza che nonostante le apparenze – ed è questo il bello! – già ora noi siamo la maggioranza. In che senso? L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera, dopo avere affermato che Dio è Amore, e che Gesù, il Figlio di Dio, ne è la manifestazione perché è il Salvatore del mondo (del mondo intero, non di qualche persona soltanto), scrive: e noi siamo quelli che hanno “conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi” (1Gv 4,16). Forse siamo tra i pochi cui è dato di saperlo, ma appunto sappiamo che tutti, anche gli altri, siamo oggetto dell’amore di Dio; per questo possiamo affermare con gioia che nella maggioranza ci siamo tutti..

don Mario Albertini, divagazioni

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