Il deserto, luogo sicuro. Il deserto è luogo di tentazione e di alleanza. Come il popolo rinnova l’alleanza con Dio per mezzo di Mosè, così Gesù conferma il proprio rapporto col Padre vincendo le tentazioni del diavolo, aprendosi alla sua missione salvifica quale «Figlio amato».
Commento di Don Mario Albertini
Se sei Figlio di Dio…
vi viene in mente se questa frase sia stata rivolta a Gesù anche in un’altra occasione? Sono certo che lo ricordate: Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce, sàlvati! (Mt 27,40). E’ la sfida, ironica e cattiva, che faranno a Gesù inchiodato alla croce. Sfida che sarà la ripetizione di quelle lanciate da Satana nell’episodio che viene detto delle tentazioni, che possiamo dire appunto delle sfide di Satana a Gesù.
Il fatto avviene all’inizio della vita pubblica di Gesù. Pochi lo conoscono, e nessuno sa chi egli sia, tranne sua Madre e forse Giovanni Battista che poco prima lo aveva battezzato. Per capire chi è, Satana lo sfida: Se sei Figlio di Dio, provalo dicendo a questa pietra che diventi pane…, provalo buttandoti giù da in cima al tempio, tanto ci sono gli angeli a sostenerti…
Se sei Figlio di Dio. Noi crediamo che Gesù lo è, ma ne ha dato la prova? Satana prima, i suoi crocifissori poi gli chiedono di dimostrarlo con la potenza, con gesti clamorosi, – e invece lui non trasforma la pietra in pane, non scende dalla croce, ma parla di Dio in modo unico dicendo che è Padre suo ed è anche Padre nostro, insiste nel dire che Dio ci vuole bene, e lui dà testimonianza di perdono e di bontà. Compie, sì, anche dei miracoli – ma questi non sono gesti per fare colpo, come suggeriva il diavolo; sono sempre in or dine a un atto di misericordia per una guarigione, ma soprattutto per la salvezza: va’, ripete spesso, la tua fede ti ha salvato, non peccare più. E proprio sulla croce la testimonianza di bontà raggiunge il massimo. Sì, Gesù è davvero Figlio di Dio e lo dimostra donando il perdono: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23,34), e affidandosi totalmente a Dio: nelle tue mani mi affido. Possiamo dire in modo sintetico: il diavolo lo sfida suggerendogli di percorrere la strada del miracolistico per imporsi, ma Gesù ha vinto la sfida agendo nella bontà e così non si impone ma si propone, cioè si aspetta dagli uomini, da noi una risposta non forzata ma libera, una risposta non di timore ma di amore. Dio ci ha creati liberi, perché esercitiamo la libertà nel vero amore.
La Quaresima, periodo che ha come punto d’arrivo la croce e la risurrezione, ha lo scopo di ricordarci che in forza del nostro Battesimo anche noi siamo impegnati a vincere la sfida che ci viene lanciata da varie parti: dal diavolo o da noi stessi, dai mezzi di comunicazione o dalle compagnie.
La sfida è: vediamo se sei un cristiano che crede davvero e vive la sua fede, e quindi se per te è primario il rapporto con Dio, è primario il voler bene e il fare del bene, o se preferisci il tuo vantaggio materiale, il tuo piacere, il tuo egoismo. Queste le sfide da vincere.
Gesù, come le ha vinte? Ricorrendo alla Parola della Scrittura, e così ha insegnato a noi. La Quaresima propone anche a noi di mettere in pratica la Parola di Dio con un più concreto amore al prossimo, un coraggioso dominio sulle nostre passioni, sostenuti da una più costante e attenta preghiera. Quando nel Padre Nostro diciamo non abbandonarci nella tentazione ma liberaci dal male, chiediamo appunto al Signore che ci aiuti a non perdere le sfide che ci vengono dal male e dal Maligno. Un aiuto che Dio, proprio perché ci è Padre, vuole darci. Gesù, che è il Figlio di Dio, ce ne dà certezza.
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