Mar 052022
 

Il deserto, luogo sicuro. Il deserto è luogo di tentazione e di alleanza. Come il popolo rinnova l’alleanza con Dio per mezzo di Mosè, così Gesù conferma il proprio rapporto col Padre vincendo le tentazioni del diavolo, aprendosi alla sua missione salvifica quale «Figlio amato».

Commento di Don Mario Albertini

Se sei Figlio di Dio… 

 vi viene in mente se questa frase sia stata rivolta a Gesù  anche in un’altra occasione? Sono certo che lo ricordate: Se  sei Figlio di Dio, scendi dalla croce, sàlvati! (Mt 27,40). E’  la sfida, ironica e cattiva, che faranno a Gesù inchiodato alla  croce.  Sfida che sarà la ripetizione di quelle lanciate da Satana  nell’episodio che viene detto delle tentazioni, che possiamo  dire appunto delle sfide di Satana a Gesù. 

Il fatto avviene all’inizio della vita pubblica di Gesù.  Pochi lo conoscono, e nessuno sa chi egli sia, tranne sua  Madre e forse Giovanni Battista che poco prima lo aveva  battezzato. Per capire chi è, Satana lo sfida: Se sei Figlio di  Dio, provalo dicendo a questa pietra che diventi pane…,  provalo buttandoti giù da in cima al tempio, tanto ci sono gli  angeli a sostenerti… 

Se sei Figlio di Dio. Noi crediamo che Gesù lo è, ma  ne ha dato la prova? Satana prima, i suoi crocifissori poi gli  chiedono di dimostrarlo con la potenza, con gesti clamorosi,  – e invece lui non trasforma la pietra in pane, non scende  dalla croce, ma parla di Dio in modo unico dicendo che è  Padre suo ed è anche Padre nostro, insiste nel dire che Dio ci  vuole bene, e lui dà testimonianza di perdono e di bontà.  Compie, sì, anche dei miracoli – ma questi non sono gesti  per fare colpo, come suggeriva il diavolo; sono sempre in or dine a un atto di misericordia per una guarigione, ma  soprattutto per la salvezza: va’, ripete spesso, la tua fede ti  ha salvato, non peccare più. E proprio sulla croce la testimonianza di bontà raggiunge  il massimo. Sì, Gesù è davvero Figlio di Dio e lo dimostra  donando il perdono: Padre, perdona loro perché non sanno  quello che fanno (Lc 23,34), e affidandosi totalmente a Dio:  nelle tue mani mi affido. Possiamo dire in modo sintetico: il diavolo lo sfida suggerendogli di percorrere la strada del miracolistico per imporsi, ma Gesù ha vinto la sfida agendo nella bontà e così  non si impone ma si propone, cioè si aspetta dagli uomini,  da noi una risposta non forzata ma libera, una risposta non di  timore ma di amore. Dio ci ha creati liberi, perché  esercitiamo la libertà nel vero amore.

La Quaresima, periodo che ha come punto d’arrivo la  croce e la risurrezione, ha lo scopo di ricordarci che in forza  del nostro Battesimo anche noi siamo impegnati a vincere la  sfida che ci viene lanciata da varie parti: dal diavolo o da noi  stessi, dai mezzi di comunicazione o dalle compagnie. 

 La sfida è: vediamo se sei un cristiano che crede davvero e  vive la sua fede, e quindi se per te è primario il rapporto con  Dio, è primario il voler bene e il fare del bene, o se preferisci  il tuo vantaggio materiale, il tuo piacere, il tuo egoismo.  Queste le sfide da vincere. 

 Gesù, come le ha vinte? Ricorrendo alla Parola della Scrittura, e così ha insegnato a noi. La Quaresima propone  anche a noi di mettere in pratica la Parola di Dio con un più  concreto amore al prossimo, un coraggioso dominio sulle  nostre passioni, sostenuti da una più costante e attenta  preghiera. Quando nel Padre Nostro diciamo non abbandonarci nella  tentazione ma liberaci dal male, chiediamo appunto al  Signore che ci aiuti a non perdere le sfide che ci vengono dal  male e dal Maligno.  Un aiuto che Dio, proprio perché ci è Padre, vuole darci.  Gesù, che è il Figlio di Dio, ce ne dà certezza. 

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