Gen 292022
 

La Parola, tra profezia e rifiuto. Il cammino della parola di Dio è sempre segnato da difficoltà e spesso va incontro al rifiuto dei credenti. Sono queste le difficoltà da cui il Signore protegge Geremia e che lo stesso Gesù deve affrontare portando il proprio annuncio di salvezza.

Commento di don Mario Albertini

 Quanti milioni di persone ci sono sulla terra? Più o  meno cinque mila milioni, cioè cinque miliardi. E io non  sono che una semplice unità. E se penso all’universo, cosa sono? Posso ritenermi  grande, importante, ma cosa sono nell’immensità dello  spazio? Viene da dire: un atomo, quasi un niente.  Eppure: il Signore dice: Prima di formarti nel grembo  materno io ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce, ti  avevo scelto. E sono sempre con te

 Ora questo è vero non soltanto per il profeta Geremia,  come abbiamo sentito nella prima lettura, ma è vero per  me e per ciascuno di voi. 

 Tutta la rivelazione mi assicura che Dio, nella sua  infinita sapienza e potenza e bontà, mi conosce e mi  vuole bene. Gesù ci ha insegnato a chiamarlo Padre  Nostro perché è Padre nostro. Ci conosce e ci vuole bene  da sempre, ci vuole bene non perché ce lo meritiamo, ma  perché lui è l’Amore – e per questo mi dice: Io sono  sempre è con te

 Però la finale della pagina del vangelo sembra dire che  non è sempre così: Gesù, passando tra i suoi compaesani  ostili, se ne andò, si allontanò. 

 Questo vuol dire che Dio può allontanarsi, andarsene.  Anzi no: Lui non se ne va, non si allontana, Lui è sempre  vicino, è sempre con noi – ma può succedere che noi gli  voltiamo le spalle e non lo vogliamo vicino. All’inizio della pagina del vangelo è detto che i suoi  compaesani erano meravigliati delle parole di Gesù,  parole di grazia – eppure poco dopo lo cacciano dal paese, e addirittura lo vorrebbero gettare in un burrone.  E’ una strana contraddizione, ma che nei confronti di  Gesù si verificò spesso, come quando la gente lo accolse  trionfalmente per le vie di Gerusalemme, il giorno delle  Palme, e cinque giorni dopo, il venerdì, chiese a gran  voce la sua condanna a morte. Prima gridano osanna, poi  gridano crocifiggilo

 E’ una contraddizione che si verifica attraverso la  storia, e che può verificarsi anche in noi: noi ammiriamo  la parola di Gesù, ammiriamo Gesù, ma forse lo teniamo  fuori dalla nostra vita. In chiesa sì, siamo con lui, ma poi  forse lo dimentichiamo. La contraddizione, se c’è, è in  noi. 

Come eliminarla? Qui ci viene in aiuto la seconda  lettura, una pagina che viene definita l’elogio della carità,  molto bella, che vi consiglio di rileggere con calma.  Sono indicate le caratteristiche della vera carità  fraterna, caratteristiche molto concrete: portare pazienza,  essere benevoli nel giudicare gli altri, non coltivare  l’invidia, sopportare… Questa carità non è un semplice  sentimento, e non consiste soltanto in gesti di aiuto al  prossimo, ma è accogliere l’amore che ci viene da Dio e  farlo passare agli altri attraverso la nostra vita.  Tutto finirà, ma rimarranno tre cose: la fede, la  speranza e la carità, cioè le tre virtù che ci mettono in  contatto con Dio: fede in lui, speranza verso di lui, amore  a lui. La più grande è la carità, cioè è l’amore a Dio che  ingloba anche l’amore ai famigliari, l’amore al prossimo,  ogni amore pulito. E questo rimane per l’eternità.  Sì, il Signore è con ognuno di noi; adesso e sempre

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