La famiglia, luogo dove vivere la fede. Le due icone familiari che ci vengono offerte in questa solennità, ci aprono gli occhi sulla fede vissuta in famiglia, nel riconoscimento dei doni ricevuti da Dio, quale luogo di vita in cui crescere nella fede, nell’amore e nella conoscenza reciproca, terreno fecondo in cui Gesù stesso si radica per compiere la propria missione.
Commento di don Mario Albertini
E’ uno sguardo alla vita familiare di Gesù con Maria e Giuseppe. Alla fine del racconto è detto che Gesù a Nazaret, “stava loro sottomesso”, era obbediente, ma qui è narrato un episodio che Maria e Giuseppe considerano una disobbedienza, tanto da rimanerne addolorati, angosciati.
E la risposta di Gesù al loro perché ci hai fatto questo? non li tranquillizza del tutto: “Devo occuparmi delle cose del Padre mio”, dice. Pensano di aver ritrovato il figlio, e lui dichiara di essere figlio di un Altro – e “non compresero”.
Non comprendersi in alcune circostanze penso avvenga in tutte le famiglie. A un certo momento i figli si aprono a interessi esterni, che li allontanano un poco da casa, e i genitori ne sono preoccupati, e forse gelosi. Ma devono convincersi che i figli non appartengono solo a loro, appartengono anche al mondo, ai loro sogni, ai loro affetti, e appartengono a Dio!
La famiglia di Nazaret è santa, eppure ha momenti di crisi – perché anche lì, figlio e genitori alle volte possono non capirsi. Maria e Giuseppe sono ottimi genitori, eppure questa volta non capiscono il comportamento del figlio. Quindi poco male se questo avviene nelle nostre famiglie: neppure la migliore di esse è rimasta esente dall’incomprensione.
Ma non bisogna rassegnarsi a non comprendersi. Nell’episodio ci sono due elementi che forse mancano in tante famiglie e che invece a Nazaret hanno fatto superare la crisi.
Il primo elemento è questo: i membri della santa famiglia stanno bene insieme. Insieme vanno a Gerusalemme, e insieme tornano a Nazaret. Insieme: sembra stia diventando sempre più raro in molte famiglie, dove ognuno va per la propria strada, con i propri segreti, non si fa quasi più nulla insieme, tanto meno le cose del Padre che è nei cieli. Ecco quello che la famiglia di Nazaret insegna è saper stare e agire insieme, e pregare insieme..
Secondo elemento: tra i genitori Maria e Giuseppe e il figlio Gesù c’è dialogo. Dialogo sereno, senza risentimenti, senza accuse, che sa interrogare e ascoltare. Sono belli questi due verbi: interrogare e ascoltare, che nella pagina del vangelo sono usati per indicare quanto Gesù stava facendo con i sapientoni del tempio (li ascoltava e li interrogava), e che sono messi in pratica nel dialogo tra Maria e Gesù. Interrogare e ascoltare permettono una vera comunicazione.
Per comprendersi, soprattutto nelle situazioni più difficili, la santa famiglia insegna che bisogna avere pazienza, perseverare con fiducia nel dialogo, pregare, e soprattutto avere un vicendevole amore vero, profondo, rispettoso.
Possiamo anche considerarla una disobbedienza, quella di Gesù, giustificata da motivi superiori (devo occuparmi delle cose del Padre mio che è nei cieli); ma tutta la vicenda è fonte di insegnamenti per le nostre famiglie. Saper stare insieme, sapersi ascoltare, chiedere l’aiuto di Dio, e volersi bene soprattutto – perché è così che si accoglie l’amore di Dio, che ci è Padre.
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