Dic 112021
 

Convertirsi alla gioia. «Il Signore è vicino!». Il richiamo paolino è l’invito più chiaro per ciascun credente a ritrovare nella presenza del Signore il motivo fondante per la propria gioia. Il compimento delle promesse avviene nella venuta di colui che porterà con amore il lieto annuncio. La Parola di Dio ci rivolge un interrogativo – ci dà una indicazione  – ci fa una promessa e un dono.

Commento di don Mario Albertini

L’interrogativo: hai capito cosa devi fare?

   A Giovanni il Battista la gente chiedeva: cosa dobbiamo fare? Ed egli risponde in maniera molto concreta, dicendo proprio cose da fare: ai pubblicani, cioè agli esattori delle imposte a favore degli occupanti romani, raccomanda di essere giusti, di esigere solo il dovuto; ai soldati raccomanda di non essere violenti; a tutti di condividere con chi ha bisogno.

   Non dice di fare quello che fa lui e di seguirlo nel deserto, e nemmeno di cambiare mestiere, ma di essere onesti e attenti agli altri nelle attività che sono proprie di ciascuno, perché in qualunque mestiere è possibile accogliere la salvezza da Dio, purché si cerchi di fare bene quello che si ha da fare. Però bisogna prendere coscienza che nella propria vita c’è qualcosa da cambiare in meglio: è la conversione.

L’indicazione: essa è unica e vale per tutti: riferimento a Gesù. “Viene uno…” = nel vostro impegno di conversione, tenete lo sguardo su Gesù: la strada per far bene quello che dobbiamo fare è questa. Il dito puntato di Giovanni indica l’unico al quale vale la pena di guardare per orientare la propria esistenza.

   In questa settimana. Prepararci a un Natale di fede, l’aspetto esterno della festa non deve farci dimenticare quello che celebriamo, che è il mistero primo della nostra fede: il Figlio di Dio si è fatto uomo. Per non dimenticarci, suggerimenti che possiamo accogliere: essere più buoni con gli altri, leggere ogni giorno qualche riga del Vangelo, trovare l’occasione per una confessione

L’indicazione di guardare a Gesù trova espressione nella preghiera: “in ogni necessità…”

La promessa: la troviamo espressa nelle prime due letture, ed è racchiusa in una parola semplice ma nello stesso tempo grossa: la gioia

  Gioisci, esulta, rallegrati: è l’inizio della prima lettura. Rallegratevi sempre, l’inizio della seconda.

Ma quale gioia? Nella preghiera: “Dio fonte della vita e della gioia” – nel salmo responsoriale: “viene tra noi il Dio della gioia” – nella prima lettura “Dio esulterà di gioia per te, si rallegrerà per te con grida di gioia”!

   Di solito parliamo della grandezza, della eternità, della gloria di Dio – Ma Dio è soprattutto gioia! La promessa dunque consiste in questo: che la gioia di Dio è anche per noi.

   E qual è il motivo per cui possiamo essere nella gioia? “Rallegratevi, perché il Signore è vicino – non soltanto nel senso che mancano pochi giorni alla sua venuta nel Natale,  –  ma perché è accanto a noi, è con noi, qui adesso, ma anche fuori della porta della Chiesa, è sempre partecipe della nostra vita…! Una promessa dunque che è anche un dono: il dono di sapere che Dio ci vuole bene, il dono della serenità e della pace interiore.

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