Ago 212021
 

Chiamati per restare con Dio. Il Signore, in tutta la storia della salvezza, chiama coloro che credono in lui a stabilire un’alleanza e restargli fedele. È la grande domanda della sequela, che lo stesso Gesù pone ai propri discepoli, affinché liberamente accolgano la verità che si manifesta nella sua Parola.

Commento di don Mario Albertini

Due domande impegnative, che si ripropongono di  continuo lungo la storia, sono poste anche a noi dalla  parola di Dio ascoltata in questa Messa. Una domanda l’abbiamo sentito nella prima lettura: vi  dispiace di servire il Signore? – allora “scegliete quali  altri dei volete adorare”.  E nel vangelo l’altra domanda: “volete andarvene anche  voi?” 

 Può essere che diamo per scontato che non cerchiamo  altri dei, eppure siamo tentati da vari idoli, e forse ci  rivolgiamo a qualcuno di loro. 

Idolo può essere il denaro, e se facciamo di tutto per  averne di più, o invidiamo chi ne ha di più, o ci  disperiamo perché non vinciamo al lotto – vuol dire che  almeno un poco lo anteponiamo a Dio. 

Idolo può essere il sesso, e quando si inseguono  desideri disordinati, o si viene meno alla fedeltà, o si  ricercano spettacoli o letture scandalose, e magari ci si  eccita con l’alcol o la droga – vuol dire che di fatto non ci  interessa Dio. 

Idolo può essere il carrierismo, o la violenza, o il  divertimento ad ogni costo, o cose analoghe.  Ebbene: l’unico e vero Dio ci dice: se vi dispiace  servirmi, scegliete quale altro dio volete adorare.  E’ un appello a usare bene la nostra libertà. 

 Lo stesso appello la fa Gesù, in termini nuovi ma  sostanzialmente equivalenti. Qui la scelta ha come  oggetto lui stesso: Gesù chiede ai pochi che gli erano  rimasti vicino, e lo chiede anche a noi, in maniera diretta:  voi credete alla mia parola, o “volete andarvene?”. L’occasione per questa domanda è il discorso sul pane  di vita, che – dice Gesù – è la sua stessa carne. Per molti,  anzi per tutti, quella di Gesù è una “parola dura”, difficile  da accettare: come si fa a mangiare la sua carne? – ma di  fronte al fatto di non venir compreso Gesù non torna  indietro, non attenua le sue parole, non dice: ho parlato  così, ma volevo dire un’altra cosa, si tratta solo di simboli  – no: e molti si tirano indietro, non lo vogliono più  seguire. E allora Gesù pone la domanda in termini  personali: volete andarvene pure voi?  La domanda, come ho detto, è rivolta anche a noi: si  tratta anche per noi di scegliere tra credere e seguire Gesù  o andarcene a cercare altrove. 

 Pietro ha dato una risposta bellissima, che è certo quella  che pure noi vogliamo dare: ma da chi possiamo andare?  Dov’è che troviamo parole come le tue? Tu solo, Signore,  hai parole che danno la vita… E’ Gesù che noi  cerchiamo, è lui che vogliamo ascoltare e seguire, sicuri  che lui è la verità e l’amore e la vera vita. 

 Si, sentiamo rivolte a noi le domande: quella della  prima lettura: “vi dispiace servire il Signore?” – e quella  di Gesù: io non vi basto? “volete andarvene” da me?  La risposta è personale, è nella coscienza di ciascuno, e  non è data a parole ma nei fatti, in sincerità verso di lui e  verso noi stessi. Con una scelta non di abitudine e di  paura, ma di libertà consapevole e di impegno..

Sorry, the comment form is closed at this time.