Giu 192021
 

“Nadia voleva insegnare ai piccoli a vivere in un modo più buono”, “guardiamo alla sua vita come a quella di una martire, cioè di una testimone di fede”,

La sua esistenza – lo diceva spesso – era scritta nel nome – Nadia – che in lingua slava vuol dire “speranza”. Spinta da questa forza – dirompente, affatto ingenua nonostante gli stereotipi -, Nadia De Munari, 50 anni originaria di Schio, aveva accolto, cinque anni fa, l’invito di padre Ugo deCensis, fondatore dell’Operazione Mato Grosso (Omg), a lavorare a Nuevo Chimbote, dopo oltre due decenni trascorsi nei villaggi andini, sempre con Omg. Nella baraccopoli di cinquantamila “sfollati della miseria” – ammassati senza servizi né istituzioni alla periferia del municipio di Chimbote – insieme agli altri volontari, aveva creato sei asili e, di recente, una scuola elementare “per educare i più piccoli all’umanità”, come ha raccontato Massimo Casa, referente dell’Omg di Vicenza.

La chiusura delle strutture dovuta al Covid non aveva fermato il suo slancio: Nadia si era inventata un progetto di lezioni via whatsapp – i cellulari a basso costo, di fabbricazione cinese, sono diffusi nelle baraccopoli latinoamericane –  e di formazione al telefono con le mamme. Era questa forza inarrestabile a far dire agli amici: “Nadia non è partita in missione”, bensì “si è fatta lei stessa missione”. Testimone fino all’ultimo istante di vita, stroncata brutalmente sabato,  quando si è spenta all’ospedale di Lima, dopo 48 ore di agonia. Il 20 aprile era stata aggredita mentre dormiva nella casa dell’Omg all’interno della baraccopoli.

Un omicidio feroce e inaspettato. “La sua morte è arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha scosso me e quanti la conoscevano”, ha detto monsignor Giorgio Barbetta, vescovo della diocesi peruviana di Huari e membro del’Omg che seguiva da vicino il progetto di Nuevo Chimbote. “Le tante notizie che stanno circolando, creano un certo disorientamento in tutti noi”, ha aggiunto. Secondo voci non confermate, la donna potrebbe aver fatto entrare volonatariamente gli assassini, poiché non risulterebbero infrazioni, alcuni, inoltre, hanno ventilato l’ipotesi che la donna potrebbe aver dato fastidio a qualcuno. “penso che sia importante attendere la conclusione delle indagini della polizia peruviana”, in particolare della squadra anti-crimine, arrivata dalla capitale per investigare, ha sottolineato il pastore in un comunicato congiunto insieme alla diocesi di Vicenza. Il delitto “ci lascia sgomenti e ci ricorda quanto sia delicato il lavoro dei tanti missionari nel mondo”, ha detto il vescovo Beniamino Pizziol che ha espresso vicinanza alla famiglia, ai volontari dell’Omg e alla Chiesa peruviana. “Hanno perso una persona stimata e benvoluta da tutti”. Dato quest’ultimo confermato da quanti lavoravano con lei. Fonti locali raccontano che gli abitanti della baraccopoli sono in lutto e tanti si sono avvicinai alla casa di Omg per esprimere il proprio dolore.

Nonostante la violenza diffusa a Nuevo Chimbote, i volontari dell’Omg riuscivano a lavorare in modo sereno, diventando un punto di riferimento. “Nadia voleva insegnare ai piccoli a vivere in un modo più buono”, “guardiamo alla sua vita come a quella di una martire, cioè di una testimone di fede”, ha concluso il vescovo di Huari. Il ministero degli esteri italiano sta lavorando per il rientro della salma, atteso nei prossimi giorni. Poi sarà celebrato il funerale, nel frattempo, a Schio e nel resto della diocesi si moltiplicano i momenti di preghiera e ricordo di Nadia.

Da Avvenire di L. Capuzzi

  

 

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