Giu 192021
 

Riconoscere nella fede l’amore del Creatore. La liturgia della Parola ci invita a volgere lo sguardo sulla creazione che ci circonda e riconoscere in essa l’opera del Creatore con uno sguardo di fede e di amore. È Cristo che ci ha rivelato la cura e l’attenzione che Dio Padre ha da sempre e per sempre nei nostri confronti.

Commento di don Mario Albertini

Gesù dormiva. C’è una gran tempesta, una burrasca; le  ondate hanno ormai riempito d’acqua la barca – e Gesù  dormiva! Lo svegliano con un grido che è come un  rimprovero: non t’importa che andiamo a fondo? perché  stai lì a dormire? aiutaci! Penso che come gli apostoli anche noi qualche volta  siamo portati a rimproverare Dio: perché dormi? perché  non intervieni ad aggiustare un sacco di cose? perché non  fai sentire di più il tuo aiuto? 

 E’ vero però che sempre poi il Signore mostra che non  sta dormendo, e sembra quasi attendere la nostra  invocazione per dimostrare la sua presenza. 

Ma torniamo al racconto del vangelo 

 L’evangelista Marco nella sua narrazione dei fatti  introduce spesso dei piccoli particolari da non lasciarsi  sfuggire; nel brano che leggiamo in questa domenica ne  possiamo riscontrare due. 

 All’inizio è detto che Gesù salì sulla barca “così  com’era”, cioè probabilmente con il vestito in disordine  dopo una giornata tra la ressa di persone che gli si  stringevano d’attorno, e certamente stanco, tant’è vero  che si addormenta subito nonostante il rullio della barca e  poi, come abbiamo notato, non si sveglia nonostante la  burrasca improvvisa. 

 Il secondo particolare è questo: Marco precisa che Gesù  dormiva “sul cuscino”; forse era stata una delicatezza dei  suoi discepoli, quella di fornire al loro Maestro un  cuscino. 

Sono piccole cose, ma che ci aiutano a vedere la scena  del racconto evangelico, come fossimo presenti. Ed ecco infatti che assistiamo a un fatto straordinario: Gesù,  risvegliato, con un semplice comando fa cessare il vento  e rende calmo il mare. Così in poche righe l’evangelista  ci pone di fronte alla misteriosa figura di Gesù: da una  parte al suo essere uomo che condivide con noi fatica e  stanchezza, e d’altra parte alla sua autorità anche sulle  forze della natura. 

 Lo stupore dei presenti di allora deve essere il nostro  stupore. Gesù vero uomo, Gesù vero Dio. E’ questo Gesù  che dobbiamo incontrare, e sentire nostro amico. 

 E da questo Gesù accogliere anche noi il suo richiamo::  “Perché siete così paurosi? non avete ancora fede?”.  Spesso Gesù fa appello alla fede. La fede parte dal  riconoscimento che Dio onnipotente ci vuole bene, la sua  onnipotenza è al servizio del suo amore. Questa certezza  ci fa superare i nostri timori, e ci impone di fare del  nostro meglio come se tutto dipendesse da noi pur  sapendo che tutto è nelle sue mani. Non siamo soli e abbandonati, con noi c’è Uno al quale  tutto obbedisce e che vuole salvarci.

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