Riconoscere nella fede l’amore del Creatore. La liturgia della Parola ci invita a volgere lo sguardo sulla creazione che ci circonda e riconoscere in essa l’opera del Creatore con uno sguardo di fede e di amore. È Cristo che ci ha rivelato la cura e l’attenzione che Dio Padre ha da sempre e per sempre nei nostri confronti.
Commento di don Mario Albertini
Gesù dormiva. C’è una gran tempesta, una burrasca; le ondate hanno ormai riempito d’acqua la barca – e Gesù dormiva! Lo svegliano con un grido che è come un rimprovero: non t’importa che andiamo a fondo? perché stai lì a dormire? aiutaci! Penso che come gli apostoli anche noi qualche volta siamo portati a rimproverare Dio: perché dormi? perché non intervieni ad aggiustare un sacco di cose? perché non fai sentire di più il tuo aiuto?
E’ vero però che sempre poi il Signore mostra che non sta dormendo, e sembra quasi attendere la nostra invocazione per dimostrare la sua presenza.
Ma torniamo al racconto del vangelo
L’evangelista Marco nella sua narrazione dei fatti introduce spesso dei piccoli particolari da non lasciarsi sfuggire; nel brano che leggiamo in questa domenica ne possiamo riscontrare due.
All’inizio è detto che Gesù salì sulla barca “così com’era”, cioè probabilmente con il vestito in disordine dopo una giornata tra la ressa di persone che gli si stringevano d’attorno, e certamente stanco, tant’è vero che si addormenta subito nonostante il rullio della barca e poi, come abbiamo notato, non si sveglia nonostante la burrasca improvvisa.
Il secondo particolare è questo: Marco precisa che Gesù dormiva “sul cuscino”; forse era stata una delicatezza dei suoi discepoli, quella di fornire al loro Maestro un cuscino.
Sono piccole cose, ma che ci aiutano a vedere la scena del racconto evangelico, come fossimo presenti. Ed ecco infatti che assistiamo a un fatto straordinario: Gesù, risvegliato, con un semplice comando fa cessare il vento e rende calmo il mare. Così in poche righe l’evangelista ci pone di fronte alla misteriosa figura di Gesù: da una parte al suo essere uomo che condivide con noi fatica e stanchezza, e d’altra parte alla sua autorità anche sulle forze della natura.
Lo stupore dei presenti di allora deve essere il nostro stupore. Gesù vero uomo, Gesù vero Dio. E’ questo Gesù che dobbiamo incontrare, e sentire nostro amico.
E da questo Gesù accogliere anche noi il suo richiamo:: “Perché siete così paurosi? non avete ancora fede?”. Spesso Gesù fa appello alla fede. La fede parte dal riconoscimento che Dio onnipotente ci vuole bene, la sua onnipotenza è al servizio del suo amore. Questa certezza ci fa superare i nostri timori, e ci impone di fare del nostro meglio come se tutto dipendesse da noi pur sapendo che tutto è nelle sue mani. Non siamo soli e abbandonati, con noi c’è Uno al quale tutto obbedisce e che vuole salvarci.
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