L’amore, il comandamento del discepolo. L’amore di Dio, rivelato nella Pasqua di Gesù, è universale, non fa preferenze, e chiama ogni credente a vivere di questo amore e a portarlo a tutti i fratelli.
Commento di don Mario Albertini
Da questa pagina si capisce che il comandamento della carità non significa un volersi bene così, per semplice simpatia o superficialmente. Gesù vuole che la nostra carità fraterna sia agganciata al mistero di Dio. Dice infatti: Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi, e allora voi amatevi gli uni gli altri. E’ il mistero dell’amore infinito che è in Dio, che Gesù ci rivela e ci comunica.
Ho detto: il mistero di Dio, e quindi superiore alla nostra capacità di comprensione. Ma ecco che Gesù fa un’affermazione che nella sua semplicità ci permette, non certo di comprendere il mistero, ma di capire come noi siamo coinvolti in esso. Dice: voi siete miei amici. L’amicizia è una cosa molto bella, ma è anche una cosa molto rara, ed è giusto il proverbio che afferma: chi trova un amico trova un tesoro. Perché, se è vero che dobbiamo avere un’amicizia aperta a tutti e che dobbiamo accogliere l’amicizia di tutti, è anche vero che un’amicizia forte, quella che fa condividere gusti, giudizi, progetti, è possibile solo con pochi. Ce lo insegna la nostra stessa esperienza. Allora gli amici bisogna saperli scegliere.
Ebbene, noi ci troviamo ad essere scelti da Gesù: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi. Gesù ci dona la sua amicizia, è lui che prende l’iniziativa. E’ consolante e fortificante sapere che Gesù ci è amico: ce lo dice lui, e quindi è vero!
Ora l’amico non tiene per sé le cose belle, ma le comunica. E cosa vuole comunicarci il Signore per la sua amicizia? Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi.
Gesù parla della gioia come dell’effetto dell’amore di Dio. Noi cristiani, se crediamo a questo amore, dovremmo essere sempre sereni. Questo non vuol dire chiudere gli occhi su quanto lascia a desiderare; i motivi di un qualche malcontento non mancano a nessuno. Ma dobbiamo essere capaci di guardare le cose nella loro provvisorietà: la vita è la vigilia dell’eternità, e quindi – come scrive san Paolo – è nostra caratteristica essere lieti nella speranza. Questa serenità, questa gioia non elimina la prova e il dolore, ma li trasfigura perché li orienta all’aldilà.
Forti di questa promessa, portiamo nella nostra vita la convinzione che Gesù ci è amico.
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