È risorto: testimoni della gioia. I segni della Pasqua, letti dallo sguardo della fede, annunciano la gioia della risurrezione, che chiama ciascuno a proclamare con coraggio il compimento del disegno d’amore di Dio.
Commento di don Mario Albertini
Anche se pochi allora se ne sono accorti, questa è la giornata più sconvolgente di tutta la storia dell’umanità, non fosse altro perché il cristianesimo – che questa storia ha influenzato e influenza come nient’altro – esiste solo in forza di quanto in quel giorno avvenne: in forza cioè della risurrezione di Gesù. Se la vicenda di quell’uomo, vissuto circa due mila anni or sono, la cui predicazione aveva raggiunto sì e no qualche migliaio di persone, fosse terminata con la sua morte e sepoltura, tutto sarebbe finito lì. Non ci sarebbe stato un seguito. Ma Cristo è risorto, e i suoi discepoli ne hanno dato testimonianza, e solo in forza di quella risurrezione è giunto a noi e a tutto il mondo il vangelo, cioè l’annuncio della salvezza.
Conosciamo le pagine del vangelo: esse non contengono un racconto della risurrezione. Il vangelo riferisce con molti particolari come è avvenuta la morte di Gesù, alla presenza di non poche persone; ma per la risurrezione non c’è un racconto perché non ci sono stati testimoni diretti del fatto, neppure i soldati posti a guardia del sepolcro hanno saputo dire cosa era avvenuto. Quello che diverse persone constatarono, in quel mattino, fu che la tomba era vuota, e che vi erano rimasti soltanto il sudario e le bende con cui era stato avvolto il corpo del crocifisso.
Nessun testimone del fatto. Ma ecco che ad alcune persone quel Gesù, della cui morte erano certe perché vi avevano assistito e poi ne avevano sepolto il corpo, quel Gesù si presenta vivo, vivo di una vita che vince ogni limitazione: non è stata la pietra del sepolcro a trattenerlo, non sono le porte chiuse a impedirgli di entrare. Gesù è vivo, è il Vivente; è libero, è il Liberatore.
E quelle persone a cui Gesù apparve diventano i testimoni di lui risorto. Non potranno tenere per sé stessi l’emozione e la gioia, e nonostante la loro povertà umana, la loro ignoranza, anche la paura, obbediranno al loro Maestro e Signore quando dirà: Andate!… “Noi siamo testimoni” affermerà Pietro.
Anche per ciascuno di noi questa è una giornata sconvolgente, noi che crediamo in Gesù Cristo, e vogliamo accogliere il dono della pace e della vita che viene da lui; giornata che, se vogliamo essere coerenti con la fede nel Risorto, sconvolge le nostre abitudini di gente preoccupata di tante banalità.
Anche per noi la risurrezione del Signore è il fatto fondamentale, un evento che ci riguarda perché da lì viene a noi la speranza, la certezza di un incontro perenne con l’amore di quel Padre che Gesù ci ha rivelato e dato. La risurrezione di Cristo la dobbiamo sentire attuale, perché attuale è l’amore trasformante del nostro Dio, e perché, pur essendo ritornato al Padre, Gesù rimane sempre con noi; sottratto alla vista corporale ma non agli occhi della fede. il più presente!”.
Giornata sconvolgente anche per noi, che c’impone di rinnovare la nostra fede. Se Gesù è risorto, ed è risorto, la storia tutta e la nostra storia personale acquistano il significato di un’accettazione della vita che viene da lui: già quaggiù la vita di figli di Dio, perché lui, il Figlio Unigenito, ci ha fatti suoi fratelli; e la vita nella gloria e nella gioia del paradiso, perché lui là ci ha preparato un
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