Dic 192020
 

L’annunciazione, Dio prende dimora – L’annuncio dell’angelo a Maria rivela che il tempo della promessa si è compiuto: Dio visiterà il suo popolo, come aveva promesso a Davide, e il suo disegno d’amore sarà rivelato a tutte le genti.

Commento di don Mario Albertini

 Questa pagina del vangelo è stata letta l’8 dicembre  nella festa dell’Immacolata, – ma allora l’attenzione era  su Maria la piena di grazia – oggi invece, nell’avvicinarsi  del Natale, è su Maria che con turbamento e sorpresa  riceve la proposta di diventare madre del Salvatore. Noi siamo abituati a pensare a Maria come alla  Madonna in paradiso, cioè la consideriamo nella  grandezza della sua gloria, ma quella a cui si presenta  l’angelo era una ragazza che non sapeva di essere la  Madonna!

Era una ragazza poco più che adolescente,  promessa sposa a Giuseppe. Sapeva pregare, sì, e come  tutti i fedeli del suo popolo attendeva la venuta del  Salvatore. Però quando le appare l’angelo non capisce  cosa le viene proposto, sente il contrasto tra la sua  condizione di creatura umana e quella richiesta divina, e  se alla fine dice di sì è perché si fida della parola  dell’angelo. Ma dovrà scoprire un po’ alla volta,  crescendo nella fede, cosa significa essere la madre di  Gesù, e gradualmente si renderà conto che la sua risposta  ha dato origine a una storia nuova, alla storia della  redenzione. 

Ma tra le parole dell’angelo che le dice: “Ecco,  concepirai un figlio, lo darai alla luce, e lo chiamerai il  Salvatore” – e quelle finali di Maria: “Sono qui, avvenga  in me secondo la tua parola”, c’è come una sospensione,  c’è il suo turbamento. Il turbamento di una ragazza cui  Dio domanda una cosa superiore a ogni sua  immaginazione. Ma con il turbamento anche il gioioso stupore che le profezie, che lei conosceva dalla sacra  Scrittura, stessero per avverarsi proprio in lei. 

Ci insegna così che anche noi dobbiamo accettare le  incertezze della vita, con una fede in Dio sempre più  grande. E’ anche lo stupore lo dovremmo coltivare in noi,  sempre ma in particolare nella contemplazione del  prossimo Natale: Dio è venuto tra gli uomini per noi, per  me, e chiede di essere accolto dalla mia intelligenza, dalla  mia volontà, dalla mia vita. 

L’angelo nel saluto a Maria le dice: il Signore è con te.  Lo stesso saluto, sia pure in forma augurale, il sacerdote  lo ripete più volte nella Messa: il Signore sia con voi. E  se per Maria la presenza del Signore divenne anche la sua  maternità, non meno vero è che Dio vuole essere con noi,  e anche in noi compiere grandi cose. Sì, grandi cose. Non  è una grande cosa sapersi amati da lui, il Padre che è nei  cieli?

 Un Natale con questo stupore, nella fede, in unione a  Maria, è quanto auguro a voi e a me. Prepariamoci con la preghiera, e soprattutto con l’amore in famiglia. Il Natale è festa soprattutto per la  famiglia.

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