Dic 132020
 

Testimoni della gioia. La liturgia ci presenta Giovanni Battista come testimone della luce, colui che annuncia la venuta del Cristo. È questo messaggio che ci richiama alla conversione e che suscita la gioia autentica che deve colmare tutta la vita del cristiano.

Commento di don Mario Albertini

1- in ogni cosa rendete grazie è l’esortazione che ci fa  san Paolo nella seconda lettura. Siamo capaci di  ringraziare sempre il Signore, riconoscendo che tutto è  dono suo?  Se crediamo davvero che Dio ci vuole bene, e che ci  guida anche se talvolta attraverso strade difficili, le quali  tuttavia sono le sue strade: se crediamo a questo,  comprendiamo il dovere di ringraziare il Signore per il  dono della vita, e per tanti piccoli o grossi doni che  sperimentiamo ogni giorno. 

 Rendere grazie! – Soprattutto per quel dono  straordinario che celebreremo a Natale: Gesù, il Figlio di  Dio che si fa uomo e ci salva dal male. 

2- Nella prima lettura il profeta Isaia parla della gioia: Io  gioisco pienamente nel Signore – esclama – e la mia  anima esulta nel mio Dio”; parole che abbiamo ripetute  nel salmo responsoriale, in unione a Maria che le ha fatte  sue nel cantico del Magnificat.  

 I motivi per gioire ed esultare, Isaia li trova nel fatto  che Dio opera a favore di tutti coloro che sono nella  tribolazione e nel bisogno. E questo deve dare anche a noi serenità, gioia spirituale.  La nascita di Gesù è sorgente di questa gioia. 

3- Questo nelle due letture; nel brano del vangelo  sottolineo due cose interessanti. 

 La prima: Giovanni afferma di essere una voce, soltanto  una voce. L’importanza della voce sta nelle cose che  pronuncia: il suono della voce passa, ma la parola detta può essere ricca di conseguenze; è come se Giovanni  affermasse: io non sono importante, ma dico una cosa  importante, dico Gesù. Gesù è importante, perché è lui la  Parola. 

 Ed ecco l’insegnamento per noi: essere, con la vita,  voce che dà testimonianza a Gesù, far sì che la nostra vita  sia coerente con la nostra fede; quello che professiamo in  chiesa influisca sul nostro comportamento quotidiano. 

 E la seconda, Giovanni dice ancora: “In mezzo a voi sta uno  che voi non conoscete”. E questa affermazione giunge a  noi come invito a conoscere davvero il Signore, a  conoscerlo meglio, a una ricerca più profonda per riconoscerlo in mezzo a noi, riconoscerlo nei piccoli o  grandi avvenimenti della nostra vita e della storia. 

 Proviamo a ripensare a quanto la parola di Dio ci ha  proposto questa sera. Può darsi che nell’ascoltarla voi  abbiate colto anche altre cose altrettanto o più belle;  comunque vi esorto a ricordare anche queste come  preparazione al Natale: rendete grazie in ogni cosa,  coltivate la serenità dell’animo, siate una voce che  testimonia l’infinita bontà di Dio, un Dio da conoscere di  più e da riconoscere presente nella nostra vita.

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