Maria, l’umiltà della fede. Se l’origine del peccato è l’illusione di Adamo di poter “diventare come Dio”, l’umile «sì» di Maria è l’inizio della redenzione, l’abbandono fiducioso che apre le porte affinché Dio possa farsi uomo e rivelarci il suo amore.
Commento di don Mario Albertini
Sarebbe interessante, e bello, riuscire a vedere la storia dell’umanità dal punto di vista di Dio. Le letture di questa festa dell’Immacolata ci permettono di darvi un’occhiata proprio così, dal punto di vista di Dio; potremmo dire: dall’alto. Proviamo.
“Prima della creazione del mondo…” = questa frase che abbiamo sentito nella seconda lettura indica l’inizio degli inizi; ci dice che da sempre Dio ha un progetto grandioso, meraviglioso, che riguarda l’umanità, che riguarda noi. E’ il progetto in cui Dio ci vuole partecipi del suo amore infinito: ci ha scelti, ci ha chiamati ad essere suoi figli.
Questo è il primo sguardo dall’alto.
La prima lettura racconta l’episodio che costituisce è l’inizio della storia umana, quando quel progetto eterno Dio lo ha proposto alla libertà dell’uomo. Ma l’uomo lo ha respinto per orgoglio: voleva essere indipendente da Dio; è il peccato dell’origine, che purtroppo trova conferma nei nostri peccati.
Questo secondo sguardo quindi è sul fallimento del progetto di Dio.
Ma Dio non rinuncia, e nel momento stesso che condanna, fa una promessa: Porrò inimicizia tra il tentatore, il demonio, e la discendenza della Donna: cioè Dio si riserva di risollevare l’umanità mandando il Salvatore con la collaborazione di una donna.
Vorrei fare un paragone, che spero non irriverente. Archimede, scienziato antico, parlando della leva diceva: datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo.
Dio si è riservato come punto d’appoggio Maria, una creatura da lui prescelta per sollevare, in Cristo, l’umanità dal peccato.
E la pagina del vangelo ci parla di questo intervento: qui siamo all’inizio della storia cristiana, quando il sì di Maria consente a Dio di mantenere la promessa e di mettere in atto il suo progetto eterno. Facendosi uomo, ed è Gesù, Dio ci rinnova il suo amore.
E’ il terzo sguardo che ci è possibile dare per capire, almeno un po’, la storia dal punto di vista divino.
Oggi siamo invitati a guardare alla presenza eccezionale, in questa storia, di Maria, in cui non ci fu peccato ma solo grazia. Noi lo ripetiamo spesso con le parole dell’Angelo: Ave, Maria, piena di grazia – cioè sempre colma dell’amore di Dio. Dire che è l’Immacolata fin da quando fu concepita significa che Maria è l’innocenza mai toccata dal peccato.
Il suo fu un privilegio, ma un privilegio al quale lei ha saputo corrispondere con generosità e fedeltà: – e in quel sì detto all’angelo: Eccomi! è riassunta la risposta di tutta la sua vita. Lo dirà anche ai piedi della croce.
Ma anche noi siamo dentro a questo storia, e il modo migliore per essere non solo spettatori ma attori è che anche noi sappiamo dire di sì a Dio che ci vuole bene, dire di sì al suo amore.
Lo vogliamo dire, questo sì, fiduciosi in quell’aiuto materno di Maria, che le chiediamo nella preghiera.
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