Trasformare ogni incontro in un possibile momento di grazia.
Costruire comunità di fraternità
Lasciarci plasmare da quanto celebriamo
Per sua natura la Comunione è il sacramento della fraternità cristiana”.
Trasformare ogni incontro in un possibile momento di grazia.
Un secondo aspetto conseguente a questa passione per Dio e per il Vangelo del Regno, come sottolinea fortemente papa Francesco, “invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, con il suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo” (EG 88). Sta qui la radice di una chiesa missionaria e di una chiesa in uscita. La passione per Dio e per il suo Regno, deve farci correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro. Di fatto i racconti evangelici sono intessuti di questi incontri di Gesù con persone provenienti da ambienti, condizioni sociali, culturali e religiose le più diverse. Possiamo dire veramente che Gesù incontra chiunque. E sono incontri gratuiti, non manipolatori delle persone, non finalizzati a fare proselitismo.[..]
Costruire comunità di fraternità
Nel Vangelo la scoperta che ognuno di noi è figlio di un Dio che è l’Abbà va annunciata come buona novella, come gioia, come notizia anche agli altri: “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo” (GS 41). Questo sentirsi chiamati alla sequela genera una fraternità che ha il segno della comunità di Gesù. Una comunità di uomini e donne riconciliati, “che tornano a vedere” […]
Il risultato della sequela è la comunità dei discepoli attorno a Gesù (cfr. Mc 3,32;4,10) dove la fraternità è l’espressione di relazioni qualificate da una vita riconciliata, pienamente guarita.
Lasciarci plasmare da quanto celebriamo
E’ chiaro che anche oggi queste scelte possono essere suscitate, in libertà, da quelle presenze di Vangelo che i credenti possono attuare nel loro contesto di vita. Così, quando qualcuno, in forma più o meno embrionale e matura, ha deciso di seguire Gesù, quindi di entrare in qualche modo a far parte della sua comunità di discepoli, la sua scelta di fede va coltivata, alimentata. E quindi c’è un’azione pastorale volta a forgiare la fede in Gesù e il senso di appartenenza alla comunità dei suoi discepoli: in questa pastorale di consolidamento della comunità dei discepoli di Gesù, occorre una azione che sia fedele alla genesi della Chiesa e non a una logica di riproduzione o di semplice clonazione.
Luogo privilegiato di questo servizio è indubbiamente l’azione liturgica e in particolare la celebrazione eucaristica, soprattutto quella domenicale. E’ lì che la comunità cristiana custodisce la verità delle relazioni che si esprimono nella carità, dove “in comune non c’è solo la mensa, ma quello che essi mangiano; sul serio è assolutamente la stessa e medesima cosa: mangiano tutti Cristo, perchè come uomini sono tutti uniti spiritualmente alla medesima realtà fondamentale di Cristo, tutti entrano per così dire in un unico spazio spirituale che è Cristo. […] Nell’Eucaristia, il nutrimento, vale a dire Cristo, […] vuole trasformare noi, assimilarci a Cristo, così che possiamo uscire da noi stessi, giungere oltre noi e divenire come Cristo. Ma questo significa di conseguenza che tutti i comunicanti, con la Comunione, vengono tratti fuori d sé e assimilati all’unico cibo, vale a dire alla realtà spirituale di Cristo. Questo a sua volta vuol dire che essi vengono anche fusi tra loro.
Vengono tutti tratti fuori da se stessi e condotti in un unico centro. I Padri dicono: Essi diventano (o dovrebbero diventare) “corpo di Cristo”. Ed è questo l’autentico senso della Santa Comunione: che i comunicanti divengano tra loro una cosa sola per mezzo dell’uniformarsi all’unico Cristo. Il senso primario della Comunione non è l’incontro del singolo con il suo Dio – per questo ci sarebbero anche altre vie – ma proprio la fusione dei singoli tra loro per mezzo di Cristo.
Per sua natura la Comunione è il sacramento della fraternità cristiana”.
Si delinea qui un cammino che aiuta tutta la comunità ecclesiale a divenire soggetto di fraternità. Un impegno certamente nostro, ma soprattutto una scommessa di Dio sulla nostra possibilità di essere compiutamente figli nel vincolo della fraternità […]
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