Era il 7 agosto del 258. un editto emanato dal Tiranno del tempo, stabiliva che fossero messi a morte tutti i Vescovi e i Diaconi della Chiesa di Roma. Mentre il vescovo Sisto veniva condotto a morte, il diacono Lorenzo proruppe in pianto. Non perchè il suo vescovo era stato condotto alla gloria del martirio, ma perchè lui doveva sopravvivergli. Sisto consolò il giovane Lorenzo profetizzando che entro tre giorni, anche lui si sarebbe unito al suo destino ma attraverso prove più difficili: “Ti sono riservate prove più difficili. A noi, perchè vecchi, è stato assegnato il percorso d’una gara più facile; a te, perchè giovane, è destinato un più glorioso trionfo sul Tiranno. Presto verrai, cessa di piangere: fra tre giorni mi seguirai”.
Il Tiranno tentò di distogliere Lorenzo dal suo destino di morte, a patto che entro 3 giorni gli avesse consegnato “i tesori della Chiesa”. Il 10 agosto Lorenzo si presentò davanti al Tiranno, alla guida di un corteo di poveri da lui assistiti. “Ecco questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono”. Pronunciate queste parole, Lorenzo fu condannato a morte e si lasciò “cuocere sulla graticola”.
E’ il 10 agosto del 2019. il Vescovo di Roma chiede alla Chiesa di “essere senza frontiere”, di “essere povera”, di “stare accanto ai più deboli, ai poveri”. Stare accanto ai nostri tesori eterni. Ai bambini migranti lasciati morire in mare, ai bambini sgomberati delle occupazioni, ai bambini massacrati dai loro genitori per aver pianto troppo, ai bambini lasciati per anni negli istituti perchè malati, ai bambini che alcuni genitori vorrebbero tagliare a metà come la madre di Salomone solo per possesso, ai bambini dimenticati nelle strade assolate della nostra città. E allora Chiesa di Roma alzati. Cerca come Lorenzo i tuoi tesori eterni e difendili con tutta te stessa. Cristiani di Roma abitate e rendete umane le strade della Città, di ogni città, fatevi accanto a ogni bambino che soffre. Siate la loro voce, riportate il diritto. Difendete la Legge del Vangelo! Al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore. Passa infatti la scena di questo mondo, con tutte le sue menzogne e le sue false glorie. E allora ci ritroveremo faccia a faccia davanti al trono dell’Agnello immolato ma trionfante sul trono. Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, straniero e mi avete accolto, malato e siete venuti a visitarmi, in carcere e siete venuti a trovarmi. Chiesa di Roma questa è l’unica legge per noi credenti nel Signore della Vita. E non servono risorse per spalancare il cuore se non quelle di una carità che vede in ogni piccolo scartato, Gesù stesso ed è pronto ad accoglierlo come tesoro eterno.
Cristiani di Roma, la carità è l’impegno di ciascun credente. Non ci sono deleghe sull’amore. E non ci sono altre strade per la Salvezza se non quella di affrontare sereni la graticola che i tiranni della storia sempre riservano a ogni cristiano autentico. Lorenzo martire ci accompagni in questa scelta che non conosce mezze misure: essere o non essere di Cristo, accanto ai Suoi tesori eterni. da Avvenire: di L. Ercoli, Direttore di Medicina Solidale
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