Lo Spirito di Dio rende nuova la terra. La festa di Pentecoste rappresenta il culmine del Tempo pasquale: attraverso le immagini del linguaggio biblico siamo introdotti all’esperienza dello Spirito Santo che trasforma e purifica, per fare della nostra terra la creazione che Dio ha sempre volut
Commento di don Mario Albertini
Questa pagina del vangelo l’abbiamo ascoltata anche in occasione della Pasqua, ma allora l’attenzione era attratta al fatto dell’apparizione di Gesù risorto. Oggi invece l’attenzione va soprattutto alle parole di Gesù, e precisamente a queste parole: Ricevete lo Spirito Santo. Non è facile parlare dello Spirito Santo. Nel mistero della ss.ma Trinità, egli è la personificazione dell’amore vicendevole del Padre e del Figlio: come potremmo pretendere di dire qualcosa dell’Amore infinito?
Ma lo possiamo riconoscere in quello che lui compie nella vita della Chiesa, e quindi per noi. In particolare nei sacramenti che riceviamo.
Così nella Messa. Subito dopo il canto del “Santo, santo, santo”, il celebrante dice: “Ti preghiamo, Padre, manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo (cioè il pane e il vino), perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo” – e dopo la consacrazione dice ancora: “O Padre, a noi che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito” (terza preghiera eucaristica).
Sono dunque due le trasformazioni che avvengono per l’intervento dello Spirito Santo; con la prima il pane e il vino non sono più tali, ma sono il corpo e il sangue di Gesù; con la seconda, noi qui non siamo soltanto un gruppo, ma una comunità che vive, siamo la Chiesa.
La solennità di oggi, la Pentecoste, celebra il momento iniziale di questa seconda trasformazione. Abbiamo sentito nella prima lettura quello che avvenne nel 50o giorno dopo la Pasqua (la parola greca ‘pentecoste’ significa cinquantesimo), e cioè che, resi attenti da fenomeni straordinari (il rombo di un forte vento e la visione di fiamme di fuoco), i discepoli raccolti in preghiera nel cenacolo con Maria “furono pieni di Spirito Santo”, e subito uscirono ad annunciare il vangelo di Cristo risorto. E’ la nascita della Chiesa. Quanto avvenne in quel giorno ha dato inizio a una storia, la storia della Chiesa.
Ma lo Spirito Santo agisce anche in ciascuno di noi. Nella professione di fede noi affermiamo che il Padre è il creatore; il Figlio, Gesù, è il liberatore dal male; lo Spirito Santo è colui che dà la vita.
Dà la vita spirituale anche a noi. Abbiamo sentito nel vangelo Gesù dire: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi”. Il perdono dei peccati lo otteniamo per i meriti di Gesù, ma ci viene dato per opera dello Spirito santo. E ottenere il perdono significa ricevere la vita della grazia, la vita di figli di Dio. E’ lo Spirito Santo che dà questa vita. Perché lui è in noi come nel mistero della Trinità, cioè come amore.
E allora, non solo oggi, ma sempre ricordiamoci di pregare con fede e con amore lo Spirito Santo. Soprattutto quando ci facciamo il segno della croce, e diciamo: “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo”; e anche quando recitiamo la breve preghiera Gloria al Padre, e diciamo: “e al Figlio e allo Spirito Santo”….
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