La redenzione dell’umanità dal male è stato il grande progetto del Padre da tutta l’eternità, e la sua grande invenzione di amore per compiere quel progetto è stato l’invio del Figlio tra gli uomini. E tutta l’esistenza terrena di Gesù, dall’Incarnazione all’Ascensione (e alla Pentecoste), è opera di redenzione: non solo la vita pubblica e il mistero pasquale di passione morte e risurrezione, ma anche i trent’anni di Nazaret.
In questa invenzione di amore, per la cui attuazione operano le Tre Persone divine, trova collocazione privilegiata Maria, la cui vita è tutta in rapporto col mistero di Gesù, di cui diventa madre accogliendo il mistero dell’azione dello Spirito Santo.
Il sì della Vergine è la sua risposta d’amore, è l’assenso della sua libertà al progetto dell’Eterno, e così diventa collaboratrice di Dio. Ma è il sì di una creatura, e la creatura (anche ciascuno di noi) è capace di dire di sì alla volontà di Dio, dire con verità “sia fatta la tua volontà”, rispondere con amore filiale all’amore del Padre; capace di generare amore attorno a sé.
Maria diventa la Madre di Dio che si fa uomo, ma Madre di Dio non lo è soltanto nella grotta di Betlemme, bensì per tutti i trent’anni di Nazareth: lì Gesù ha imparato a conoscere la semplicità e il silenzio e il servizio. Quando poi esporrà alcune sue parabole, ha presente quanto faceva sua madre, così ad es. la donna che spazza la casa per cercare la dramma caduta(…). Dicendo: credo che il Figlio di Dio nacque da Maria Vergine, noi accogliamo il dono di amore che il Padre ci fa; un dono che contiene anche l’amore di Maria. Che lei sostenga la nostra fede con l’esempio e la protezione.
Sorry, the comment form is closed at this time.