Nov 222019
 

donmarioalbertiniSolennità di Gesù Cristo, Re dell’universo: Gesù Cristo, re di riconciliazione. La persona di Gesù Cristo sta al centro della vita cristiana: il suo “regnare” è un perenne atto di amore per tutta l’umanità. La sua signoria diventa per noi stimolo e coinvolgimento nella trasfigurazione della nostra terr

Commento di don Mario Albertini

Cosa vuol dire in questa domenica, che chiude l’anno liturgico, celebrare Cristo re dell’universo? Vuol dire riconoscere che Cristo è il culmine della storia, il punto d’arrivo della storia di tutta l’umanità e delle nostre piccole storie, riconoscere che in lui, nel Cristo, tutto trova senso e pienezza. Le preghiere liturgiche di solito terminano con l’affermazione: “Egli vive e regna nei secoli dei secoli”; questa insistenza è per evidenziare che la regalità di Cristo non è un modo di dire, ma una realtà. Egli vive e regna.  La pagina evangelica scelta per oggi ci propone una scena particolare che ci fa riflettere su un aspetto di questa regalità; si tratta della scena della crocifissione. Non è difficile raffigurarcela, anche perché il Crocifisso è davanti ai nostri occhi. L’evangelista dispone i personaggi attorno alla croce in modo significativo: * c’è un primo gruppo, lontano, ed è il popolo che sta a vedere passivamente, forse per semplice curiosità; *poi ci sono i capi che lo deridono e i soldati che lo scherniscono; lo considerano un illuso da prendere in giro e un imbroglione da punire; * al centro ci sono tre croci: quella di Gesù, e ai lati quelle di due malfattori, e su quella di Gesù una scritta di disprezzo: Questi è il re dei giudei. * In questa scena si sentono delle voci: i soldati gli urlano: se sei il re dei giudei, adesso sàlvati!; e uno dei due malfattori esclama: se sei il Cristo, salva te stesso e anche noi.. Avete certo presente che all’inizio della sua vita pubblica, Gesù si sentì dire da Satana: se sei il Figlio di Dio, trasforma i sassi in pane, o compi qualche miracolo strepitoso come gettarti incolume giù dalla cima del tempio… Allora e adesso Gesù non dà peso alla sfida di quel “se sei…” 

Ma c’è anche un’altra voce, una invocazione che non contiene il “se…”: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Una invocazione che esprime fiducia e speranza, cui viene data una risposta di perdono e di pace, la risposta di uno che è davvero re di quel regno: “oggi con me sarai in paradiso”. Gesù esercita la sua regalità soprattutto nel dare perdono. 

E noi, in quella scena dove ci mettiamo? Certo non tra coloro che insultano il Cristo, ma forse, forse, tra il popolo che si limita a guardare da lontano. Penso che ci dobbiamo tutti scuotere un po’, e dare un contenuto chiaro alla nostra fede nel Crocifisso, che è Cristo Re. 

Nella preghiera del prefazio, che dirò tra poco, è affermato che Gesù Cristo è re di un “regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace”. Certo un regno così ha la sua piena realizzazione soltanto nell’aldilà – ma il contenuto concreto della nostra fede consiste nell’impegno a rendere presenti nel nostro ambiente verità, giustizia, amore, pace – con la fiducia che ebbe il ladrone in croce, che cioè il male si può superare, che gli ideali di bene si possono attuare, con l’aiuto di Dio. Ed è proprio al Crocifisso che ci rivolgiamo nella festa di Cristo Re. E anche noi possiamo dirgli: “ricòrdati di me”, in quell’oggi che tu vorrai, – fiduciosi di sentirci rispondere: ”sì, sarai con me in paradiso”. 

 

Sorry, the comment form is closed at this time.