Ricordo ancora il sorriso con cui un amico mi ha “passato” questa citazione del grande scrittore Joseph Conrad: “ Come faccio a spiegare a mia moglie che, quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando?”. Appena l’ho letta, mi è stato subito facile parafrasarla e metterla sulle labbra di Maria, sorella di Marta, quando venne rimproverata di stare più del dovuto in ascolto del Maestro: “Come faccio a spiegare a mia sorella che, quando rimango ai piedi di Gesù in ascolto della sue parole, sto lavorando?”. Non sarebbe stata, quella di Maria, una forma di presunzione, quanto piuttosto di coerenza nei confronti dell’insegnamento del Maestro il quale, interrogato un giorno sulle cose da fare per compiere le opere di Dio, aveva risposto che il fare per eccellenza consiste nel credere in lui (Gv 6,28-29).
Scegliere di sostare
Che cosa dire? Che ci dibattiamo fra tante occupazioni le quali a volte lasciano dentro di noi un senso di fatica e di vuoto. Si tratta di cose importanti (così ci giustifichiamo), ma intanto dimentichiamo che non tutte le cose importanti sono anche essenziali. Che senso ha affaticarsi dietro mille incombenze, sempre in affanno per mancanza di tempo, sempre di corsa perchè tutti corrono, senza sapere dove ci porta questo attivismo esasperato? “Voi occidentali avete gli orologi, noi abbiamo il tempo” ha detto un saggio africano.
Noi abbiamo una tecnologia sofisticata che ci permette di guadagnare tempo, ma non siamo capaci ridisporre del nostro tempo per sostare, per riflettere, per sentire il battito segreto delle cose, per dare un nome al mistero che ci avvolge e che si svela solo a chi ha un’attenzione umile e paziente, uno sguardo curioso e stupito.
Esplorare questo mistero è un dono di cui godono in modo particolare i bambini, i poeti, i santi.
E’ certo però che tutti dobbiamo salvare qualche piccolo spazio di silenzio per lavorare alla creazione della nostra vera identità che non può essere unicamente quella dell’homo faber o dell’homo technologicus, ma quella de cui ci ha parlato Gesù quando ha tracciato il nostro cammino ideale nel discorso delle beatitudini.
Trovo molto bella la suggestione che si trova in Russia dove in qualche vecchia izba non manca mai il cosiddetto “angolo rosso”, che vuol dire “angolo bello”. E’ l’angolo sacro della casa che custodisce, in una penombra lievemente accarezzata dalla luce suffusa di un piccolo lume, qualche antica icona ereditata dalla pietà della generazioni passate. E’ qui che la famiglia si riunisce la sera per trovare nei momenti contemplativi della preghiera quel riposo dello spirito che è il fine più alto del nostro operare.
Ascoltare la Parola
Introdurre nel giorno uno spazio di silenzio per ascoltare la parola di Dio che si è fatta uno di noi, in particolare nei momenti tragici in cui come di fronte allo tsunami viene da gridare dov’è Dio, dov’è la sua misericordia.
Il Figlio di Dio si è fatto come uno di quei bambini che abbiamo visto giocare sulla spiaggia prima di essere travolti e inghiottiti dall’onda spaventosa che si è abbattuta su di loro.
Questo ci fa capire che la Parola di Dio non ci giunge come un messaggio che viene dall’alto o come una verità che si impone a noi dall’esterno. E’ invece una presenza viva, partecipe, pienamente solidale con tutta la nostra avventura umana.
Gesù non ha mai preteso di spiegare. E’ venuto in mezzo a noi a condividere. Ha condiviso la condizione di esule, di sospettato, di perseguitato, di tradito. Ha condiviso lo smarrimento di chi si sente abbandonato da Dio.
Non ha mai rinunciato a credere che non siamo abbandonati ad un destino assurdo.
Ha dedicato la sua vita a predicare l’amore: l’amore di Dio che veglia su di noi e la misericordia come risposta all’amore di Dio.
Se c’è una luce che persiste quando succedono tragedie come quella che ha colpito Paesi e popolazioni in modo così violento, è il vedere come siano tante le persone che sentono il bisogno di esprimere compassione, che è la vulnerabilità dell’amore. E di portare aiuto.
Vorrei ricordare queste parole di Gandhi: “Vedo che in mezzo alla morte persiste la vita, in mezzo alla menzogna persiste la verità, in mezzo alle tenebre persiste la luce. Ne deduco che Dio è vita, verità, luce. E Amore”. E allora i giorni si illuminano e prende volto la speranza.
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