Lug 092019
 

donmarioalbertiniMessaggeri della salvezza. Le sfide che i messaggeri del Vangelo devono affrontare sono impegnative, ma il Signore esorta a non perderci d’animo e a confidare nella sua grazia. L’umiltà nel riconoscere i limiti deve accompagnarsi alla sicurezza che proviene dalla sua presenza con no

Commento di don Mario Albertini 

Nelle notti d’inverno, se il cielo è sereno si può ammirare la splendida costellazione di Orione, nella quale, con un po’ di fantasia poetica, si vede come una grande T. Santa Teresina diceva: ecco, il mio nome (Teresa) è scritto lassù!  Non è in questo senso che Gesù dice ai suoi discepoli: Rallegratevi, i vostri nomi sono scritti nei cieli: non nelle costellazioni e neppure in registri anagrafici tenuti da angeli. C’è la mente e il cuore di Dio che ci conosce e ci vuole bene, e questo è il motivo per cui Gesù dice: Rallegratevi!.

Lasciamo scendere nel cuore le parole di Gesù: “i vostri nomi sono scritti nei cieli”, con la certezza che Dio pensa a te, si occupa di te, si fida di te. In una parola: che Dio ti vuole davvero bene.

Talvolta dubitiamo dell’amore di Dio: ci sono cose che vanno storte, cose che fanno male a noi o a persone care, disordine e ingiustizia, egoismi, innocenti che soffrono e imbroglioni che prosperano… Eppure il nome di ciascuno è conosciuto da Dio, non siamo dimenticati da lui. Anche se non comprendiamo, nonostante tutto crediamo al suo amore!

Mi sono soffermato sull’ultima frase del brano evangelico, e penso di aver sottolineato una cosa bella e importante. Ma anche il resto è importante.

Andate, ecco io vi mando… Qualcuno penserà: Gesù sta parlando dei missionari, dei preti. Si e no. Certamente parla dei preti, e come prete io sento il dovere di coscienza di confrontarmi con questa pagina in cui si parla di povertà, di libertà interiore, di pazienza, di generosità… E mi accorgo che devo modificare parecchie cose.

Ma Gesù si rivolge a tutti, e chiede a tutti di pregare perché ci siano, per la sua messe, operai numerosi e validi, perché la collaborazione mia da prete e la vostra di laici, all’opera di Dio, è essenziale: la storia la guida Dio, ma la facciamo noi!

A tutti poi Gesù chiede di accogliere, ascoltare, mettere in pratica il vangelo, e diventarne testimoni.

E c’è l’esortazione: Andate come agnelli in mezzo ai lupi. In un mondo in cui per sistema si usa la forza, la violenza, l’imposizione delle proprie idee e del proprio interesse, andare disarmati e nella semplicità a portare il dono della pace, e la vittoria sul male e sul maligno.

C’è anche un’apparente piccola stranezza nelle parole di Gesù: se vi accoglieranno, dite che il Regno di Dio è vicino; se non vi accoglieranno, dite la stessa cosa: il Regno di Dio è vicino. Ma non è una stranezza. Afferma così che il Regno di Dio non dipende noi; che lo si voglia o no, esso viene, ma avrà una duplice valenza: di giudizio severo per chi lo rifiuta, di speranza e di gioia per chi lo aspetta e lo accoglie.

L’annuncio della venuta del Regno (che nel Padre Nostro invochiamo: venga il tuo Regno) è il messaggio centrale di Gesù, costituisce la trama di tutta la sua predicazione. Egli annuncia un mondo in cui Dio è sovrano, e in cui noi dobbiamo riconoscere questa sua sovranità, nella fede che Cristo è morto ed è risorto per noi, noi, i cui nomi sono scritti lassù.

 

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