Quello che sto per raccontare è un vissuto, un sogno che può tradursi in realtà. Mi trovo a camminare in un immenso deserto dove le orme dei piedi subito si cancellano senza lasciare traccia di cammino. Volgo lo sguardo lontano per scoprire un orizzonte che mi permetta di uscire, un giorno, da questo mare di sabbia; purtroppo non c’è. Sento il fischio del vento caldo che solleva nuvole di arena piegando i deboli e pochi virgulti inariditi dal sole. Ascolto, nulla mi attrae non una voce, non un suono, non un fischio.
Sono davvero sola in quel momento e un senso di paura mi assale. Mi fermo un attimo, chiudo gli occhi e penso a me stessa: ho una mente per pensare, un cuore che batte per le numerose sensazioni, una volontà di operare e di costruire progetti sempre nuovi.
Un attimo e avverto che qualcuno mi stringe la mano, con una man forte, calda sicura.
Questo gesto mi incoraggia a proseguire il cammino, scioglie le mie perplessità, mi indirizza verso una via sicura.
Ora capisco di non essere più sola e avverto di non aver più paura. Ed allora perché non aprire la porta di quell’immenso deserto e riprendere la via che avevo intrapreso. Volgo lo sguardo intorno, tutto mi appare nuovo: lontano un orizzonte luminoso mi rassicura un’uscita, avverto un vento caldo che mi spinge rendendomi il passo leggero, mi accorgo che le erbe inaridite si chinano al mio passaggio come volessero salutarmi.
Non ho più quel senso di abbandono, di solitudine che avevo provato; ora so che qualcuno mi accompagna, mi sta accanto. Sì, sono certa, anche il mio volto si trasfigura come quello di Gesù e, come un discepolo comprendo che il silenzio che ho vissuto era certamente la voce di Dio.
(Fernanda)
Sorry, the comment form is closed at this time.