“Se uno dice ‘io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. E’ da questo passo della prima Lettera di Giovanni che si è snodata l’omelia del Papa.nella messa celebrata a Casa Santa Marta.
“Lo spirito del mondo è bugiardo”, ha detto Bergoglio, “è uno spirito di apparenze, senza consistenza, non è veritiero” mentre lo è “lo Spirito di Dio”. “A carnevale – ha ricordato il Pontefice – c’è la tradizione di offrire come dolci le crèpes, voi tutti le conoscete, ci sono alcune, in dialetto, che si chiamano ‘le bugie’. Queste “sono rotonde” ma non consistenti, “piene di aria”. E anche “lo spirito del mondo è così, pieno di aria” e quindi “si sgonfierà”, anche se nel frattempo “lotta” e “inganna”, perché “è lo spirito della menzogna, è il figlio del padre della menzogna”. Inoltre “lo spirito del mondo è uno spirito di divisione e quando si immischia nella famiglia, nella comunità, nella società sempre crea delle divisioni: sempre. E le divisioni crescono e viene l’odio e la guerra”.
Il Papa è quindi andato alle parole di Giovanni citate prima: “Se uno dice ‘io amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo, cioè un figlio dello spirito del mondo, che è pura bugia, pura apparenza. E questa è una cosa sulla quale ci farà bene riflettere: io amo Dio? Andiamo alla pietra di paragone e vediamo come tu ami il tuo fratello: vediamo come tu lo ami”. Qui sono tre i segnali che Francesco ha indicato per capire se noi amiamo o no il nostro prossimo: “Il primo segnale, domanda che tutti dobbiamo fare: io prego per le persone? Per tutte, concrete, quelle che mi sono simpatiche e quelle che mi sono antipatiche, quelle che sono amiche e quelle che non sono amiche. Primo. Secondo segnale: quando io sento dentro sentimenti di gelosia, di invidia e mi viene la voglia di augurargli del male o non ….. è un segnale che tu non ami. Fermati lì. Non lasciare crescere questi sentimenti: sono pericolosi. Non lasciarli crescere. E poi, il segnale più quotidiano che io non amo il prossimo e pertanto non posso dire che amo Dio, è il chiacchiericcio. Mettiamoci nel cuore e nella testa chiaramente: se io faccio delle chiacchiere, non amo Dio perché con le chiacchiere sto distruggendo quella persona. Le chiacchiere sono come le caramelle di miele, che sono anche buone, una tira l’altra e l’altra e poi lo stomaco si rovina, con tante caramelle…. Perché è bello, è dolce chiacchierare, sembra una cosa bella; ma distrugge. E questo è il segnale che tu non ami”.
Bergoglio ha quindi spiegato come vincere lo spirito del mondo, cioè “con questo spirito di fede: credere che Dio sia nel mio fratello, nella mia sorella”. “La vittoria che ha vinto il mondo è la nostra fede – ha continuato – soltanto con tanta fede si può andare su questa strada, non con pensieri umani di buon senso… no, no: non servono. Aiutano, ma non servono per questa lotta. Soltanto la fede ci darà la forza di non chiacchierare, di pregare per tutti, anche per i nemici e di non lasciar crescere i sentimenti di gelosia e di invidia”. Ovvero, per ricapitolare: “Il Signore, con questo brano della prima Lettera di san Giovanni apostolo ci chiede concretezza nell’amore. Amare Dio: ma se tu non ami il fratello, non puoi amare Dio. E se tu dici di amare tuo fratello ma in verità non lo ami, lo odi, tu sei un bugiardo”.
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