Dic 292018
 

volto-di-Gesù

Custodire il mistero. Maria, capace di custodire in sé il mistero da cui è avvolta, diventa per noi modello della fede autentica e mediatrice della benedizione di Dio, della sua pace.

Commento di don Mario Albertini

Ogni anno diciamo a noi stessi: speriamo che quest’anno sia migliore del passato. E allora gli auguri che ci scambiamo sono di speranza nonostante tutto. Una speranza motivata, se a questo primo giorno dell’anno vogliamo dare un valore cristiano considerando tre cose. 

La prima è la presenza di Maria Vergine. Mentre celebriamo e adoriamo il mistero del Figlio di Dio che si fa uomo, non possiamo dimenticare l’altissima dignità di questa Donna, scelta ad essergli Madre. Madre nella natura umana di Gesù, certo, ma Madre di un bambino che è Dio, così che la possiamo e la dobbiamo dire Madre di Dio. Desta meraviglia che nel vangelo della nascita di Gesù non sia riportata nessuna parola di Maria, ma venga riferito il suo atteggiamento interiore: nel silenzio, ha impresso tutto nella sua memoria e nel suo cuore, e ne ha fatto oggetto di riflessione e di preghiera. Anche nel vangelo della morte di Gesù, Maria ai piedi del suo Figlio in croce conserverà quel silenzio, accettando di essere anche madre nostra. 

Ma è un silenzio che significa una partecipazione intima, inesprimibile al mistero del Figlio suo, che la fa grande nell’amore al Figlio suo e nell’amore a noi, suoi figli. Per questo le chiediamo con fiducia che ci accompagni per tutto quest’anno con il suo affetto materno. 

La seconda cosa da considerare è che il Natale significa anche il dono della pace, come annunciato dall’angelo: Gloria a Dio nei cieli e pace in terra agli uomini. Un dono però che esige la cooperazione di questi uomini, che la desiderano, sì, ma poi fanno di tutto perché non ci sia. Il primo giorno dell’anno è celebrato anche come la giornata della pace. A noi è richiesto di pregare per la pace, e di operare perché intanto ci sia attorno a noi una pace che ha come prima esigenza il rispetto della dignità della persona umana. di tutte le persone. 

Sì, motivo di speranza per il nuovo anno è il nostro impegno a dare un’impronta di pace a questo mondo che sembra aver dimenticato il senso della vita. 

Una terza cosa importante in questo primo giorno è il voler mettere il tempo che verrà in rapporto con Dio. Non dobbiamo chiederci: che cosa mi porterà questo duemilasette? ma: che cosa io darò a questo nuovo anno? che cosa darò di bontà, di serenità, di amore alla mia famiglia, alla comunità cristiana e alla società civile, alla mia vita? come io riempirò i singoli giorni che mi saranno affidati da Dio? E allora, nello scorrere dei giorni essere capaci di cogliere la voce e il silenzio di Dio. Ecco, possiamo parlare di augurio pieno di speranza con questi tre elementi: la fiducia in Maria Madre di Dio e madre nostra; la preghiera e l’impegno per la pace, e la capacità di riferire a Dio il tempo che passa. Quest’anno dev’essere non soltanto il 2007 dopo Cristo, ma il 20007 con Cristo! 

Allora sentiremo che si realizza per ciascuno di noi quella benedizione che è stata ricordata nella prima lettura e che riprenderò alla fine della Messa: “Ti benedica il Signore e ti protegga, ti sia propizio e ti conceda pace”.

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