Preparare la via al Signore. L’Avvento ci insegna a invocare Dio come nostro liberatore dal peccato e dalla tristezza. Per il cristiano la salvezza è già donata attraverso Gesù: occorre solo imparare a “vedere la salvezza del Signore” all’opera ogni giorno nella nostra vita.
Commento di don Mario Albertini
La lettura di questa pagina del Vangelo fa risaltare due stranezze (apparenti stranezze). La prima è questa: l’evangelista chiama in causa grandi personaggi di quel periodo (—-), in questo notiamo una certa solennità, e allora ci si aspetterebbe il resoconto di qualche cosa di grandioso, di clamoroso, qualche fatto che ha impressionato i contemporanei. E invece il fatto è questo: “La parola di Dio discese su Giovanni nel deserto”. Tanta solennità per una cosa da poco?
E’ vero che allora nessuno o pochi se ne accorsero, eppure i grandi personaggi nominati servono solo da cornice, la cosa storicamente importante fu quella lì. E noi lo sappiamo, perché la predicazione del Battista è la premessa e la preparazione a quella di Gesù, il Salvatore.
Ancora una volta, questo ci insegna a rinnovare la nostra fede nella salvezza che viene dal Signore Gesù, ma anche a chiederci: che cosa è più importante, quello che appare agli occhi umani, o quello che ha valore davanti a Dio? i grandi gesti di questa o quella persona che fa di tutto per mettersi in mostra, oppure un semplice atto di bontà che forse nessuno nota, una sofferenza accettata, una preghiera detta col cuore? Sono queste le cose che hanno valore eterno.
La seconda stranezza viene dalle immagini delle vie storte da raddrizzare e da spianare, immagini usate dal profeta (prima lettura) e da Giovanni Battista, e da applicare al cammino verso Dio. La linea retta è la più breve, si dice in geometria; la strada dritta è la più veloce. Ma cosa vuol dire questo per noi?
Che non sempre noi siamo lineari nella nostra condotta, che siamo talvolta tortuosi, giriamo al largo piuttosto che affrontare situazioni spiritualmente impegnative. Ma così non andiamo incontro al Signore. San Paolo nella seconda lettura ci esorta a distinguere e scegliere il meglio: così si raddrizza la via per il Signore. Giovanni Battista parla di conversione: è la stessa cosa. Distinguere e scegliere il meglio: magari lo facessimo sempre!.. Non quello che piace, non quello che fa comodo, non quello che rende ricchi o potenti, ma quello che è bene, anzi il meglio.
Questa pagina del vangelo ci viene proposta in questo periodo di preparazione al Natale. L’avvento è un cammino verso Dio, verso la grotta di Betlemme. Che sia un cammino senza tortuosità, senza egoismi, senza incoerenze.
Ricordando poi che, sì, è vero che noi dobbiamo muoverci verso Dio, ma sapendo che Dio si muove verso di noi.
“Grandi cose ha fatto il Signore per noi” abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale. Egli infatti ci ha dato l’esistenza, la vita, la libertà, l’intelligenza, la capacità di amare… e ci ha dato la fede e il suo amore di Padre. E’ così che egli viene incontro a noi, con questi doni, con queste “grandi cose”. Preparare le strade al Signore che viene allora è scegliere il meglio – per saperlo accogliere nella speranza e nella gioia.
Sorry, the comment form is closed at this time.