Nov 172018
 

donmarioalbertini33a domenica ordinaria: In cammino verso dove? Tutto è destinato a passare, meno le parole di vita annunciate da Gesù. A chi crede non si tolgono le tribolazioni, di cui è intessuta la vita terrena. Si apre però un orizzonte di speranza fondato sulla sua promessa.

Commento di don Mario Albertini

E’ una pagina un po’ misteriosa, quella del vangelo di oggi: il Signore adopera un linguaggio cosidetto apocalittico per parlare della fine dei tempi e della propria venuta “con grande potenza e gloria”. Delle sue parole noi possiamo mettere in risalto un’affermazione, una promessa e un’esortazione.  L’affermazione ha un tono molto solenne: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Noi siamo portati a sostenere il contrario: la terra su cui poso i piedi è solida, le montagne e i mari restano, gli astri del cielo durano… le parole invece volano via, spariscono.

E in realtà quante parole vuote vengono dette, e diciamo pure noi. E tuttavia anche le parole possono essere dure: “le parole sono pietre” è il titolo di un libro (di Carlo Levi): un’offesa, una maldicenza, una calunnia lasciano il segno. D’altra parte una parola buona detta al momento giusto ha conseguenze positive durature.

Ebbene: Gesù afferma che le sue parole non passano, e in realtà esse continuano e continueranno ad essere importanti ed efficaci; ciascuno di noi se ne accorge quando le ascolta con cuore ben disposto. Ma se le lascia perdere, perde qualcosa che vale più del cielo e della terra.

Poi la promessa, ed è questa: “Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. L’ultimo, e quindi più importante fatto della storia, quello che le darà significato e coronamento, sarà l’incontro con lui, con Gesù il Salvatore. Certamente anche giudice, e il profeta Daniele preannuncia: “gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna”. Ma se crediamo a Cristo, se crediamo in lui che è l’amore, sarà un incontro nella gioia.

Infine l’esortazione contenuta in questa frase: “Sappiate che egli è vicino, alle porte”. E’ esortazione a essere pronti per quell’incontro, perché noi viviamo alle porte, alla frontiera dell’eternità. Ma saperlo incontrare ogni giorno nella preghiera e nell’amore fraterno

In sintesi, quello che Gesù ci dice è questo: affrontate la vostra esistenza alla luce dell’incontro con me. Quindi occupatevi dell’oggi con realismo perché avete dei compiti da portare avanti; con fiducia, perché io, il Signore, sono con voi; con la speranza che l’incontro con lui porti serenità e gioia.

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