Set 222018
 

donmarioalbertiniContro la ricerca dei primi posti. L’umiltà è una grande virtù per il cristiano, poiché è consapevolezza del limite. Mentre il superbo cerca potere e prestigio, perciò mette alla prova il giusto, Gesù chiede ai discepoli la semplicità di un bambino, per saper riconoscere il disegno di Dio.

Commento di don Mario Albertini

Gesù presenta affettuosamente un bambino e dice: chi accoglie un bambino accoglie me, anzi accoglie il Padre che mi ha inviato. Notiamo il passaggio: un bambino, Gesù, il Padre che sta nei cieli. Dunque nei piccoli gesti di bontà, si inserisce l’immensità dell’amore divino. Sembra un paradosso, eppure è una gran bella verità: se noi riusciamo a fare qualche cosa di bene, cose che magari consideriamo da poco, ma le facciamo di cuore, lì si fa presente Dio. Questo è il confortante insegnamento che chiude la pagina del vangelo. Ma in essa ci sono altri insegnamenti. Gesù dice: chi vuol essere il primo sia l’ultimo. Il nostro criterio abituale di valutazione è che per essere primi bisogna darsi da fare per superare gli altri! Ora questo è giusto se cerchiamo di essere i primi nel voler bene e nel fare il bene, con semplicità d’animo e disponibilità. Tutto questo Gesù lo chiama servizio, mettersi all’ultimo posto.  C’è poi un terzo insegnamento che esige una riflessione.

Noi sappiamo da tutto il vangelo che l’opera di salvezza di Gesù passa attraverso la passione, la morte, la risurrezione. Quando lui preannuncia questi eventi agli apostoli, è normale che essi non comprendano. La tragica fine che lo aspetta a Gerusalemme è del tutto estranea alle loro prospettive, si aspettavano qualcosa di glorioso. Non comprendono, e neanche si sforzano di comprendere; infatti accentrano la loro preoccupazione su se stessi e discutono su chi fosse il primo tra loro. Il Signore aveva parlato di morte e di risurrezione, ed essi parlano di precedenze!

Una simile incomprensione dei metodi di Dio può essere anche nostra. Nella prima lettura si parla di persone che tramano contro un uomo giusto, lo deridono, e intanto dicono: tu sei convinto di avere Dio dalla tua parte, ebbene, stiamo a vedere cosa farà per te.

E’ normale pensare che l’uomo giusto deve essere protetto da Dio, e che Dio deve intervenire a difesa dei giusti e degli innocenti.

Ebbene, è vero che Dio è vicino a chi lo teme, lo aiuta e lo protegge, ma non è detto che lo tiri fuori dalle situazioni difficili. C’è un’eternità davanti, ed è in questa che si manifesterà la ricompensa divina.

Non è facile accettare questo metodo di Dio. Però la nostra fede e la nostra speranza ci devono sostenere anche quando non comprendiamo il perché di certe cose, di tante cose.

Da questa pagina abbiamo colto tre insegnamenti che ci invitano a indirizzare i nostri pensieri sulla linea di Dio:

– le piccole azioni di bontà hanno valore infinito

– la bontà si esprime soprattutto in un atteggiamento di servizio

– e saper accettare con fiducia i metodi di Dio.

 

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