Mag 192018
 

fotosearch_k4066067Effondi su di noi il tuo Santo Spirito. Chiediamo a Dio il dono del suo Spirito: se viviamo nello Spirito del Signore, dobbiamo anche camminare nello stesso Spirito, producendo frutti che testimonino la sua presenza in noi: solo così possiamo essere testimoni veri della novità che Gesù è per tutta l’umanità.

Commento di don Mario Albertini

La Pentecoste era una festa ebraica, la festa della mietitura, che cadeva cinquanta giorni dopo la Pasqua. Per noi cristiani ha assunto un nuovo significato. Cerchiamo di capire. Tocco tre punti: 1- celebriamo un fatto, un evento; 2- si tratta di un fatto che ancor oggi è efficace; 3- un fatto che riguarda anche noi.

1- 0ggi celebriamo un fatto, quello narrato nella prima lettura della Messa: gli apostoli in preghiera, e con loro c’era anche Maria madre di Gesù, furono ripieni di Spirito Santo. Lo Spirito Santo Gesù lo aveva promesso, definendolo in varie maniere, in particolare chiamandolo il Consolatore, colui che dà serenità e forza per vivere nella bontà, e anche lo Spirito della verità perché farà comprendere sempre meglio gli insegnamenti di Gesù e darà anche la capacità di essere veri, cioè di conoscere il senso della vita e di coltivarlo, uniformarsi ad esso. Un fatto essenzialmente interiore, che tocca l’anima, che però si è manifestato con i segni esterni del vento impetuoso e delle lingue di fuoco.

2- Ebbene, questo fatto non è un avvenimento chiuso in se stesso, di quel giorno e nulla più, – ma è un fatto aperto, cioè segna l’inizio di una storia che continua e continuerà: la storia della Chiesa. La Chiesa intesa non come una organizzazione, ma come la comunità di quanti credono in Gesù e vogliono vivere secondo la sua parola. Questa comunità, voluta da Gesù, ha una vita spirituale che è data e sostenuta dallo Spirito Santo; è come dire che lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa, il suo elemento vitale. Tra poco, nella professione di fede proclameremo di credere nel Padre creatore di tutto, in Gesù Cristo suo Figlio, e nello Spirito Santo “che è Signore e dà la vita”. La Pentecoste dunque è un avvenimento la cui efficacia dura ancora e sempre perché lo Spirito Santo da allora dona la vita alla Chiesa di Gesù.

3- E allora ecco il terzo punto: la discesa dello Spirito Santo è un fatto che ci riguarda. In primo luogo perché la Chiesa siamo noi, siamo anche noi; ma poi pure perché egli agisce in ciascuno di noi. Scrive san Paolo nella seconda lettura: “se vi lasciate guidare dallo Spirito” sentirete che porta in voi “amore, gioia, pace, bontà”.

Lasciarsi guidare – ma come? Prima di tutto credere in lui e nella sua presenza – e quindi pregarlo. Una bella preghiera è quella che ci è stata proposta dalla liturgia di questa Messa (Vieni, Santo Spirito) e sarebbe buona cosa ripeterla ogni tanto – ma spesso è sufficiente invocarlo con brevi espressioni: donami luce per capire, donami forza per fare il bene… Ecco, proviamo a ricordarci che la discesa dello Spirito Santo in quella Pentecoste è un fatto che ha dato inizio alla storia della Chiesa cui apparteniamo e che ci riguarda, è efficace anche per noi.

 

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