Il vangelo ci manifesta la gloria del Figlio, l’amato. L’invito ad ascoltarlo accompagna i nostri passi, mentre intraprendiamo con lui il cammino verso il monte del sacrificio, il Golgota.
La Trasfigurazione di Gesù, di cui parla il vangelo, è un’anticipazione della sua Resurrezione dalla morte. Ma proviamo a sintonizzarci con gli apostoli spettatori di quella trasfigurazione – i quali esclamano: è bello per noi essere qui!. “L’esperienza che hanno fatto su quel monte appare loro bella della bellezza di Dio.
E’ detto: Venne una nube che li coprì con la sua ombra, e dalla nube uscì una voce: Questi è il figlio mio, l’Amato; ascoltatelo!
“La nube e l’ombra sono figura dello Spirito santo; la voce è quella del Padre, e Gesù è il Figlio, l’Amato. E’ dunque la Trinità che si manifesta ai discepoli.
“La bellezza cui fa riferimento l’esclamazione di Pietro è dunque quella della Trinità divina.” (C. Martini)
Noi pensiamo alla bontà, alla grandezza di Dio; ma pensiamo mai alla sua bellezza? Proviamo.
Il racconto della trasfigurazione è racchiuso dalla ripetizione dell’aggettivo solo.
In apertura è detto: “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli”.
Gesù li tira fuori dalla confusione, perché soltanto nel raccoglimento è possibile un contatto forte con il soprannaturale. Ma quanto si è sperimentato nel raccoglimento è una ricchezza spirituale che va portata nella vita di ogni giorno. Gli apostoli infatti scendono dal monte e riprendono come prima a seguire il loro Maestro, ma con una consapevolezza nuova. Per noi significa che dobbiamo riuscire a fare un collegamento tra la preghiera e l’attività quotidiana, far sì che la preghiera abbia un reale influsso nella vita.
Alla fine del racconto è ancora detto: “Non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro”. Quando i tre apostoli scendono dal monte non ci sono più Mosè ed Elia, i grandi personaggi dell’Antico Testamento; non c’è più la nube che li aveva avvolti nell’ombra, segno della gloria di Dio; Gesù non è più trasfigurato… ma c’è il Gesù di ogni giorno, che cammina con loro, parla con loro, vive con loro e come loro. Che ci sia solo Gesù, non è una delusione, ma è la scoperta che quel Gesù lì è il Figlio di Dio e che la sua parola è parola di vita: “Ascoltatelo!”. Gesù solo per noi significa saper orientare tutto a lui, fare di lui il centro di tutto. E’ lui l’unico vero nostro Maestro e Salvatore. Lui solo.
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