GESU’ RIABILITA GLI EMARGINATI (Commento di don Giulio)
La legislazione del Levitico stabiliva che i contaminati dalla lebbra fossero segregati dalla comunità per evitare il contagio. La lebbra era considerata come la piaga per eccellenza con cui Dio colpiva i peccatori, come fece con gli Egiziani. I rabbini consideravano il lebbroso come morto e la sua guarigione improbabile. Gesù, pregato insistentemente da un tale ammalato, bandito dalla società, lo guarisce, ridandogli la dignità di uomo, e lo invia ad annunciare ai sacerdoti del tempio che si sta compiendo la profezia per i tempi messianici: “I lebbrosi vengono purificati” (Mt 11,5).
Questo miracolo è messo in particolare rilievo dall’evangelista Marco, per la valenza di “segno” che esso assume nella manifestazione della salvezza presente nel Messia. Anzitutto, si sottolinea la totale fiducia che il lebbroso manifesta nei confronti di Gesù: “ Se vuoi, puoi purificarmi!”. Gesù, senza preoccuparsi delle prescrizioni della Legge mosaica, secondo le quali il contatto con un lebbroso rendeva impuri, tocca con la mano il lebbroso, lo purifica, e lo manda dal sacerdote perché riceva l’attestazione valida dell’avvenuta guarigione. Gesù appare qui come il salvatore da un male estremo.. mostrando il suo potere divino, egli supera i divieti della Legge antica e opera il miracolo, perché sente profonda compassione per quello “scarto dell’umanità”, appartenente alla categoria sociale dei poveri, degli ammalati e degli esclusi. La tradizione cristiana ha visto sempre una analogia tra la malattia della lebbra e il peccato grave. Il peccato, infatti, è una malattia seria, che distacca da Dio, rinnega il suo amore, rompe l’amicizia e i vincoli con la Chiesa: è una sorta di regressione alla condizione precedente al battesimo. Per questa “lebbra spirituale” Gesù ha stabilito il sacramento del battesimo. Nella Penitenza sacramentale, poi, l’intervento d Gesù si prolunga nel tempo. Gesù ha affidato la guarigione da tutte le patologie spirituali o peccati alla sua Chiesa che continua nel tempo il miracolo della guarigione. E’ Gesù, e sempre solo lui, che ci purifica e ci risana attraverso il ministero della Chiesa e, in particolare, dei successori degli apostoli: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”. (Gv 20,23).
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