Tu hai parole di vita eterna. Riconoscendo Gesù come maestro, i discepoli si dichiarano pronti a seguirlo. Seguire Gesù, però, non è un fatto privato, diventa una missione, diventa tra- smissione di esperienze e invito, rivolto anche ad altri, ad abitare con lui.
Commento di don Mario Albertini
Cosa cercate? è la domanda che Gesù rivolge a due giovanotti che lo stavano seguendo da un po’ di tempo. Cosa cercate? chiede Gesù a noi. Mi verrebbe da dirgli: cosa vuoi che cerchiamo? non siamo mai contenti di quello che abbiamo, e cerchiamo sempre qualche cosa di più.
Ma Gesù insiste con ciascuno di noi: cosa cerchi nel profondo del tuo essere? Non come interesse immediato (la salute, che è una cosa buona, o magari i soldi, la carriera, il successo), ma cosa cerchi nel più intimo di te stesso. Quali sono i tuoi veri desideri, i tuoi progetti. Forse ne abbiamo tanti, buoni e meno buoni, ma a ben pensarci quello che cerchiamo, al di là dei progetti e mediante i progetti, è l’amore, la serenità, il bene – e a Gesù possiamo dire che tutto questo lo cerchiamo per noi e più per i nostri cari, per la nostra famiglia.
Quei due giovani alla domanda di Gesù rispondono con una contro-domanda: dove abiti? Noi potremmo dire: se la mia deve essere la ricerca dell’amore, del bene, della serenità, dove trovo tutto questo nella mia vita?
Ecco allora la risposta di Gesù: venite, e vedrete. E’ come se dicesse: venite da me, e rimanendo con me farete esperienza di quello che cercate.
Gesù ci insegna che Dio è l’Amore con la a maiuscola, Dio è il Bene assoluto, lui è la gioia piena. Solo lui può donarci tutto questo. No, non possiamo stare senza Dio, di Dio abbiamo bisogno – per trovare quello che cerchiamo non solo per oggi ma per sempre. Cosa cercate? sentiamola questa domanda di Gesù. La nostra risposta dunque è: dal momento che cerchiamo l’amore e il bene e la gioia, vuol dire che cerchiamo te, o Dio, e ti cerchiamo nel bene da volere e nel bene da fare.
La prima lettura della Messa termina con questa frase: Samuele non lasciò andare a vuoto neanche una delle parole di Dio.
Potessimo dire pure noi: non ho lasciato cadere nessuna occasione per fare bene quello che la vita mi propone, riconoscendo in questo la volontà di Dio.
Aggiungo un richiamo al fatto che in questa settimana siamo invitati (v. l’avviso sacro) a pregare per l’unità dei cristiani. Tutti i cristiani sono uniti nella fede in Gesù Cristo e per il battesimo che ci ha resi figli di Dio. Ma purtroppo nel corso dei secoli ci sono state, e durano tutt’ora, delle divisioni su aspetti particolari.
Ci siamo noi cattolici, ci sono gli ortodossi che non riconoscono il primato del Vescovo di Roma, e i protestanti che danno anche diverse interpretazioni ad esempio su alcuni sacramenti. Ora pregare per l’unità (e con noi lo fanno anche gli ortodossi e alcune confessioni protestanti) significa unirsi alla preghiera che Gesù stesso ha fatto la sera dell’ultima Cena quando disse: che i miei discepoli, o Padre, siano una cosa sola in noi. (E’ una preghiera che rinnoviamo in ogni Messa, subito dopo la recita del Padre nostro.)
Vogliamo pregare così in modo particolare in questa settimana.
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