Questo è il Figlio mio prediletto. Il battesimo di Gesù è descritto come l’evento che “apre il cielo” sopra di noi, rivelando il senso anche del nostro battesimo: l’essere diventati “figli” richiede di manifestare la condizione di figli in tutta la nostra esistenza.
Commento di don Giulio
Il Battesimo di Gesù al Giordano chiude il ciclo delle feste natalizie.
E’ evidenziato, seppure in grado diverso, da tutti e quattro gli Evangelisti, perché faceva parte della predicazione degli Apostoli, come punto di partenza dei fatti e delle parole di cui dovevano essere testimoni. In Luca il battesimo resta sullo sfondo. Il racconto è dominato dalla rivelazione divina di Gesù e della sua glorificazione. Per la prima volta vi è la chiara epifania del mistero trinitario e prende avvio il ministero pubblico di Gesù. Il Battesimo di Gesù si colloca nella via dell’umiltà e della solidarietà. Pur essendo di natura divina, egli “non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,7). Lo vediamo pertanto mescolarsi alle folle che da tutta la Palestina accorrevano per ascoltar la predicazione di Giovanni e per ricevere il battesimo di conversione. Anche Gesù vuole essere battezzato, dimostrando di essere venuto per prendere su di sé i peccati del mondo intero, fare proprie sia le nostre inquietudini e infermità, sia i nostri desideri di purificazione e gli slanci di perfezione. L’annientamento del Figlio trova subito la compiacenza del Padre. I cieli si “squarciano”, lo Spirito Santo si posa su di lui e una Voce, non più umana, ma divina, discende dal cielo, confermando la missione del Figlio “amato” in cui il Padre ha posto il suo compiacimento. La discesa dello Spirito assume tutti i connotati di una nuova creazione. Nella ricchezza del mistero, se riappare la potenza dello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque primitive, ora su quelle del fonte battesimale discende la potenza dello Spirito Santo che trasforma il neofita in una nuova creatura. Come Gesù è proclamato “Figlio prediletto” del Padre, anche noi con il Battesimo siamo diventati realmente figli, amati da Lui in ugual modo. Nel battesimo di Gesù sono visibili le strutture portanti del sacramento cristiano: il dono dello Spirito, la filiazione divina, la chiamata ad un compito profetico. Rigenerati nello Spirito Santo, con questo carattere “indelebile”, siamo entrati nella Chiesa, Corpo di Cristo, “per essere un’abitazione spirituale e un sacerdozio santo”. Rinnovati a immagine di Cristo, siamo chiamati a vivere un’esistenza trinitaria in un cammino di santità e di testimonianza. Ne siamo consapevoli?
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