La vigna del Signore è il suo popolo. L’immagine biblica della “vigna” richiama tutti alla propria responsabilità. Essa ci pone davanti al rischio della ingratitudine e persino del rifiuto ostinato. E ci esorta a fuggire la tentazione di ritenerci i nuovi padroni della vigna.
Commento di don Mario Albertini
Anche Dio ha le sue delusioni. Adamo ed Eva sono stati i primi e deluderlo, ma poi lungo la storia quanti altri. La parabola evangelica è una sintesi della storia delle delusioni di Dio a motivo delle infedeltà del popolo da lui scelto, che non ascolta i suoi inviati, i profeti, e li maltratta e li uccide, e alla fine ucciderà anche il figlio, cioè Gesù stesso. Storia delle delusioni di Dio anche a motivo delle infedeltà, del rifiuto, dell’indifferenza di tanti, pure da parte nostra.
Ma nonostante le delusioni, Dio continua a voler bene all’umanità, a tutti e a ciascuno, e chiede a tutti una risposta di amore al suo amore.
Gli ascoltatori del tempo capirono che Gesù stava parlando di loro, ma non compresero che Gesù è il punto di riferimento di tutta la storia, e che la sorte ultima dell’umanità e dei popoli dipende dall’atteggiamento che viene preso nei suoi confronti: o Gesù diventa la pietra angolare, fondante, e allora si può costruire una vera civiltà (la “civiltà dell’amore” la definì Paolo VI), o viene rifiutato, ed è la rovina anche per la nostra civiltà.
E’ questa la vera interpretazione della storia, di ieri e di oggi, perché la parabola non è conclusa. Essa termina con una domanda: cosa avverrà di quei vignaioli?
Cosa avverrà di noi? cosa avverrà della nostra civiltà occidentale? saremo noi a edificare la civiltà dell’amore, o saranno altri popoli senza di noi? La prospettiva della parabola è soprattutto sociale, ma l’applicazione deve essere anche personale, cioè ognuno di noi deve chiedersi fino a che punto è fedele a Dio e fino a che punto Gesù è la pietra basilare su cui costruisce la sua vita, fino a che punto riconosce Gesù come suo Salvatore.
Se deludiamo Dio, se deludiamo il suo amore, a rimetterci siamo noi perché la delusione di Dio significa il fallimento personale di chi ne è motivo.
Un modo per capire se davvero facciamo riferimento al Signore è quello di verificare come ci comportiamo nella vita di ogni giorno. San Paolo, nel testo della seconda lettura, dice cose molto concrete: “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. Valori umani autentici. E’ una bellissima sintesi di quella che deve essere la vita di ogni persona, e soprattutto del cristiano.
Questo il Signore si aspetta, perché se è vero che per il battesimo siamo cristiani, è altrettanto vero che cristiani lo si diventa giorno per giorno.
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