La Parola ascoltata interpella le coscienze con il richiamarci al valore dell’ospitalità. Nella prima lettura l’esempio di accoglienza che essa ci presenta mostra come l’ospitalità possa essere vissuta come fonte di benedizione: è una prospettiva comprensibile soltanto nella fede. Il vangelo, che si articola in due parti, sembra collegare l’invito all’accoglienza alla sequela. Gesù afferma: chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me. In effetti la croce di Gesù è segno di amore prima che di un patibolo. La seconda lettura è un invito a camminare in una vita nuo- va. In questo senso l’invito all’accoglienza si può leggere come una via per cambiare il nostro modo di vedere, come un’autentica trasformazione nel nostro orientamento esistenziale.
Commento di don Mario Albertini
“Viventi per Dio in Cristo Gesù”: Questa frase di san Paolo, che conclude la seconda lettura, può essere presa come il punto d’arrivo cui ci porta la pagina del vangelo, e come invito a metterci sotto lo sguardo del Signore.
“Viventi per Dio in Cristo Gesù”. Ma come si vive per Dio in Cristo Gesù?
Il Signore non si accontenta di un po’ di sentimento, di qualche preghiera, della Messa festiva; vuole un’adesione riconoscibile nel comportamento, leale e perseverante. “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”; queste parole indicano un’esigenza assoluta:
le due linee di amore, a Dio e ai famigliari, non sono in concorrenza e tanto meno in conflitto. Gli affetti buoni sono un aiuto anche per amare lui; la famiglia, il matrimonio, l’amicizia hanno origine e sostegno e orientamento nell’amore divino.
Ma nell’ipotesi che occorresse scegliere tra Dio e un affetto umano sia pure il più elevato, Gesù non usa mezzi termini: la scelta deve essere per lui. Non si tratta di annientare gli affetti, ma di riconoscere e accettare un loro ordine di precedenza.
La scelta può diventare anche più dura in tempo di persecuzione, quando occorresse saper “perdere la propria vita per causa di Gesù”. Ma se questo non è il caso, ora, da noi, può tuttavia esserci il caso in cui occorre saper rinunciare a un guadagno, a una carriera, se la loro acquisizione comporta ingiustizia, menzogna, disonestà 64
Gesù aggiunge un gruppo di sentenze, che hanno come tema l’accoglienza: accogliere lui, accogliere i profeti e i giusti, accogliere “uno di questi piccoli”. In altri termini, Gesù mette alla pari, vorrei dire identifica la sua persona (accoglie me) con i fratelli più deboli. La fede sostenuta dall’ascolto della Parola di Dio e tradotta nella carità fraterna fa sì che siamo “viventi per Dio in Cristo Gesù”.
Se prima il Signore ci chiede di essere capaci di eroismo quando occorre, con queste ultime sentenze ci dice sorridendo: poni attenzione alle piccole occasioni quotidiane; forse ti domanderò qualche cosa di impegnativo, ma non aspettare quello per essermi fedele: intanto accoglimi dando un bicchiere d’acqua per amore mio a chi te lo domanda.
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