Feb 182017
 

RosbergNel mondo accadono fenomeni sui quali abbiamo pochissimo o nessun influsso in quanto essi non dipendono da noi, mentre da noi, sicuramente, dipende il modo in cui li affrontiamo e li viviamo. E da questo dipende in primo luogo la nostra felicità e la nostra salvezza. Mi ha colpito molto la notizia di qualche giorno fa su Nico Rosberg, il quale 5 giorni dopo aver vinto il suo primo e unico titolo mondiale in Formula 1 con la Mercedes, ha annunciato di voler abbandonare il circus da campione del mondo in carica, avendo solo 31 anni. Nico ha scritto: “Sono da 25 anni nelle corse e il mio sogno, il mio unico grande obiettivo, è stato sempre di diventare campione del mondo di Formula 1. Ora che ce l’ho fatta, ho scalato la montagna e sono  arrivato in cima, mi sento soddisfatto”.

La notizia ha suscitato molto clamore in tutto il mondo non riuscendo a capire le motivazioni di questa decisione. Nico, con tutta la tranquillità, ha spiegato che ora vuole dedicarsi alla famiglia, alla moglie e alla figlia: “Questa stagione, ve lo dico, è stata dannatamente difficile. Ho spinto come un pazzo dopo le delusioni degli ultimi due anni che hanno alimentato le mie motivazioni fino a livelli che non avevo mai raggiunto. E certo, questo ha avuto un impatto sulle persone che amo. E’ stato un sacrificio da parte della mia famiglia, tutto è stato posto dietro il mio obiettivo. Non riesco a trovare le parole per ringraziare mia moglie Vivian, è stata incredibile. Ha capito che questo era l’anno giusto, la nostra opportunità per riuscire nell’impresa e mi ha lasciato lo spazio necessario per recuperare al meglio tra una gara e l’altra, badando a nostra figlia ogni notte, andando oltre quando le cose si facevano difficili e mettendo il campionato al primo posto”. Nico Rosberg ha saputo distinguere il piacere di correre dallo scopo per cui correva. Non ha ceduto alla tentazione della fama e della passione per le corse, la Formula 1 e per il suo lavoro. Qualcuno si innamora delle macchine, qualcun altro del calcio, un altro ancora degli smartphone o dell’informatica, fino a perdere gli equilibri vitali. Forse lo sviluppo vertiginoso delle tecnologie e delle scienze ha cominciato a farci credere che siano esse stesse lo scopo e quindi da semplici strumenti hanno cominciato a prendere il posto del vero scopo della nostra vita, quello per cui viviamo: cioè il vivere da figli di Dio e fratelli tra noi…. Credo che la crisi di oggi, oltre ad essere una situazione difficile in sé stessa, sia anche una verifica per la generazione di noi adulti, sui valori che noi abbiamo recepito e poi trasmesso ai nostri giovani. Forse il fatto che essi non riescono a scorgere oggi i valori ultimi e più profondi che si nascondono al di là dell’immediato, cioè dell’inebriante e seducente fascino del lato superficiale dei mezzi in se stessi, può significare che abbiamo cercato di soddisfare i nostri giovani piuttosto con i giocattoli che sognavamo noi nella nostra giovinezza e abbiamo perso di vista il fine a cui essi servono. In sintesi: abbiamo fatto molta strada e c’è ancora tanto da fare. Ora, ricominciamo di nuovo con il tema dei…. valori.

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