La prima parte del vangelo presenta l’atteggiamento di Gesù di fronte alla prospettiva della sua passione: parla di un battesimo di sofferenza, in cui egli avverte di essere immerso. E tuttavia arde dal desiderio di portare a compimento la sua missione: portare sulla terra il fuoco dello Spirito, anché il mondo venga purificato. Perciò gli uomini sono posti di fronte ad una scelta di campo, che può provocare anche divisioni. Come nella prima lettura: il profeta Geremia paga di persona l’annuncio della verità scottante della distruzione di Gerusalemme, e poiché i destinatari sono sordi a tale annuncio egli diventerà uomo di discordia. Anche la vita cristiana è una corsa e spesso una lotta contro lo stile del mondo: la seconda lettura ci invita perciò alla perseveranza.
Al giorno d’oggi ci pensa la TV a darci le previsioni del tempo, ma forse anche noi ci arrischiamo a dire: domani farà bel tempo perché… oppure domani pioverà perché….
Ora Gesù ci ammonisce che più importante di questo è saper cogliere il vero valore del tempo che scorre, renderci conto che questo è il tempo delle decisioni dalle quali dipende la nostra salvezza o la nostra condanna eterna, capire cosa conta davvero agli occhi di Dio. Importante è anche saper dare una valutazione del tempo storico in cui viviamo, saper riconoscere ciò che è giusto e ciò che non lo è nella vita della società.
Noi siamo portati a dare giudizi negativi sulla nostra epoca; quando ci si incontra, è facile che ci lamentiamo che ci sono tanti delinquenti, tante ingiustizie; gli anziani dicono di non capire più i giovani, e i giovani di non essere capiti e che la colpa è dei vecchi; che la politica è tutto un interesse, che l’economia va male, eccetera. La televisione poi, e i giornali, sono pieni di cronaca nera, con notizie che davvero fanno rabbrividire: automobilisti ubriachi che travolgono altri, bambini innocenti abbandonati o rapiti, delitti che vengono compiuti in ambiti famigliari, o altro. Questo qui da noi, per non parlare di guerre e di terrorismo. E ci diciamo: come andrà a finire? Tutto vero, ma possibile che non ci siano avvenimenti buoni, fatti positivi? Sì, ce ne sono, ed è un contributo in questo senso che in quanto cristiani, se siamo cristiani, è richiesto a noi.
A tutti è richiesto, ma in particolare a noi, di confrontare le nostre scelte piccole o grosse con i valori morali della dignità umana, altrui e propria, della fraternità, della libertà, della bellezza interiore… E riconoscere i gesti di bontà, la cui presenza ci permette di guardare con fiducia al presente e al futuro.
E qui ci viene in soccorso la seconda lettura. In essa, la vita cristiana viene paragonata a una gara atletica, a una corsa nella quale è importante la concentrazione e la perseveranza, così che lo sguardo non si volga a destra o a sinistra, ma sia fisso alla meta. L’esortazione che ci viene da questa lettura è: corriamo con perseveranza, tenendo fisso lo sguardo su Gesù. Il criterio per capire cos’è giusto viene dalla parola di Gesù Cristo.
Dicevo che il tempo che ci è dato è tempo delle scelte. Nella prima parte della pagina evangelica Gesù rivela la sua consapevolezza di essere sempre, attraverso i secoli. un segno di contraddizione: accolto con amore e gioia, o respinto nell’odio o più spesso trascurato nell’indifferenza. In questo senso egli dice di essere venuto a portare divisione. La nostra scelta nei suoi confronti è di accoglienza e di fedeltà, o no?
Se lo accogliamo, daremo un contributo perché la nostra epoca diventi migliore, perché domani il tempo sia bello, sia ricco di bontà, quella bontà che è più forte del male.
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