Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza spingerà i credenti non solo a coltivare una più grande sobrietà di vita ma anche ad attuare un più coraggioso discernimento nei confronti delle scelte da fare in alcuni settori della vita di oggi: lo esige la fedeltà agli impegni del battesimo. Ricordiamo, a titolo di esempio,
- alcuni comportamenti che possono facilmente rendere tutti, schiavi del superfluo e persino complici dell’ingiustizia:
- il consumo alimentare senza una giusta regola, accompagnato a volte da un intollerabile spreco di risorse;
- l’uso eccessivo di bevande alcoliche e di fumo;
- la ricerca incessante di cose superflue, vigilando su ogni moda e sulle tante sollecitazioni della pubblicità
- le spese abnormi che talvolta accompagnano le feste popolari e persino alcune ricorrenze e celebrazioni religiose;
- la ricerca smodata di forme di divertimento
- l’occupazione frenetica, che non lascia spazio al silenzio, alla riflessione e alla preghiera;
- il ricorso esagerato alla televisione e agli altri mezzi di comunicazione, che può creare dipendenza, ostacolare la riflessione personale e il dialogo in famiglia.
- Inoltre * la tentazione delle chiacchiere inutili, pettegolezzi, calunnie, dicerie, da sostituire con il sentire e un parlare positivo
- la carenza di comunicazione, accoglienza e solidarietà con persone emarginate.
(NB: Il papa Francesco ha arricchito le opere di misericordia con l’indulgenza giubilare (alle solite condizioni).
IL DIGIUNO E LA TESTIMONIANZA DI CARITA’ – Lo stile con il quale Gesù invita i discepoli a digiunare, insegna che la mortificazione è sì esercizio di austerità in chi la pratica, senza per questo deve diventare motivo di peso e di tristezza per il prossimo. Questa delicata attenzione agli altri è una caratteristica irrinunciabile del digiuno cristiano, al punto che esso è sempre stato collegato con la carità: il frutto economico della privazione del cibo o di altri beni non deve arricchire colui che digiuna, ma deve servire per aiutare il prossimo bisognoso. In questo senso il digiuno dei cristiani deve diventare un segno concreto di comunione con chi soffre la fame, e una forma di condivisione e di aiuto con chi si sforza di costruire una vita sociale più giusta e umana. La Chiesa si sente interpellata a rivivere e a riproporre,, nello spirito del vangelo della carità, la pratica penitenziale come segno e stimolo concreto a farsi carico delle situazioni di bisogno e ad aiutare le persone, le famiglie e le comunità nell’affrontare i problemi quotidiani della vita.
INDICAZIONI DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA
- il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
- i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
- negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale.
- al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.
- anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana
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