
…. e PATI’ sotto Ponzio Pilato – FU CROCIFISSO, MORI’ e FU SEPOLTO;
DON MARIO ALBERTINI
“Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Questo “amore più grande” lo incontriamo qui. E affermare “credo in Cristo crocifisso” è come dire: accolgo quel dono supremo d’amore che è la passione e la morte di Gesù.
Dono di amore che Gesù fa a noi proprio mentre, tormentato nella carne, si affida all’amore del Padre, il cui silenzio gli strazia il cuore. “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34) – e tuttavia: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito” (Lc 23,45). Gesù, che si sente “abbandonato” dal Padre, è partecipe delle sofferenze, fisiche e morali, piccole e grandi, di tutti coloro che passano attraverso la prova del silenzio di Dio. Ma invocando
con fiducia il Padre redime queste sofferenze, e insegna a viverle come offerta al Padre stesso e ai fratelli. E se Gesù è disceso agl’inferi per “annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione”, come scrive san Pietro (1Pt 3,19), significa che la redenzione da lui. compiuta abbraccia tutta la storia, anche quella precedente..
Nel mistero di Gesù crocifisso riconosciamo il dono del “più grande amore” mediante il quale ci fa suoi “amici”, anzi fratelli, ci rende figli del Padre suo.
Mistero da meditare, contemplare, accogliere, accettando di diventare partecipi delle sofferenze del Crocifisso. Lo possiamo. fare perché il suo dono d’amore ci viene rinnovato nella Messa; nelle parole eucaristiche Egli ripete: “Corpo offerto per voi, Sangue versato per voi” – e quel “voi” siamo noi!
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