Feb 012025
 

TEMPO

ORDINARIO

DON MARIO ALBERTINI

Dopo la solenne celebrazione dei grandi misteri della nostra fede, l’anno liturgico presenta un periodo che va sotto l’espressione di tempo ordinario. Il termine ‘ordinario’ non va preso quasi indicasse una svalutazione, un periodo senza importanza; esso significa semplicemente che non ci sono solennità eccezionali.

Ma la santa Messa, e in particolare ogni domenica, è sempre il memoriale del mistero pasquale: “il giorno in cui il Cristo ha vinto la morte” è detto in una preghiera eucaristica. Nel tempo ordinario, nella Messa dei giorni feriali ci viene proposta la lettura continuata degli evangelisti sinottici, e nella Messa festiva la lettura di uno di loro (quest’anno, san Luca), e in questo modo è tutta l’attività e tutto l’insegnamento di Gesù che siamo invitati a conoscere meglio, a meditare. I gesti e le parole del Signore (“fece e insegnò” At 1,1) ci rivelano chi egli è, e cosa egli si attende da noi: una conversione, cioè il coraggio di un distacco dal nostro passato per orientarci verso il futuro di Dio. Possiamo trasferire a tutta la nostra vita l’espressione tempo ordinario, perché – salvo eccezioni – non sono cose fuori del normale quelle che noi siamo chiamati a compiere. Però occorre vivere questo tempo ordinario in modo straordinario, e la straordinarietà consiste semplicemente nello scoprire ogni giorno la novità della presenza di Dio.

E’ ordinario il quotidiano sorgere del sole, eppure dovremmo esserne meravigliati ad ogni aurora. E’ ordinario il cielo stellato, eppure dovremmo stupircene ogni volta che alziamo gli occhi in una notte serena. Consideriamo ordinario che Dio ci voglia bene, che Dio ci mantenga nella sua grazia, che Dio ci perdoni… ma dovremmo ogni giorno chiederci perché mai lo faccia. E’ questa la novità da scoprire, che ci porta a vivere in modo non-ordinario. Una gran parte del tempo liturgico ordinario coincide con l’estate. L’estate è tempo di vacanze per molti. Per chi ci va, ma pure per chi non ci va, può presentarsi la tentazione di minore impegno, di un certo rilassarsi anche nella vita spirituale. Ma il buon Dio non va in vacanza: egli è nel settimo giorno, e riposa, eppure: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero” (Gv 5,17). Il suo riposo non è disimpegno. Vacanza o non vacanza: non perdiamo questo tempo. La liturgia ci aiuta.

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