TEMPO DI
ATTESA
Commento di P. Rupnik
Il Vangelo ci ricorda la drammaticità della storia e la fragilità dell’universo intero. La precarietà che l’uomo, ferito dal peccato, sperimenta nel mondo lo riempie di paura e la paura è quella prigionia nella quale il demonio tiene l’umanità. Il Vangelo ci dice che difatti gli uomini moriranno per la paura, ma stranamente per chi attende il Signore le cose appaiono proprio in un’altra luce. Come l’acqua, nella quale Mosè ha messo il suo bastone, è diventata sporca per gli egiziani, mentre per gli ebrei era pulita, così succede con la lettura che uno fa degli eventi drammatici che accadono.
Tutto dipende dalla forza e intensità dell’amore con cui si anela al Signore, con cui lo si attende. Alzati e con il capo levato, camminano coloro che hanno fondato la propria vita sulla parola del Signore, come unica roccia solida, e aspettano la manifestazione della luce del suo volto.
Cos’è l’Avvento?
Anticamente il tempo di Avvento nasce come una “Quaresima” che precedeva il Natale e quindi ne aveva le stesse caratteristiche, ovverosia di tempo di iniziazione cristiana (battesimale) e al contempo penitenziale. Col tempo, questo tempo di quaranta giorni – che riecheggiavano, come in quaresima, i quaranta giorni di Gesù nel deserto – si è ridotto alle quattro settimane (scarse) odierne, ma ne mantiene in parte le caratteristiche.
Un retaggio di questa comunanza è rimasto ad esempio nel colore violaceo dei paramenti.
La parola “Avvento” significa letteralmente “Venuta” (dal latino ad-venio = venire verso, arrivare). Proprio per questo il filo conduttore di questo tempo liturgico è quello dell’attesa di questa venuta.
Chi è che viene? Che cosa dobbiamo aspettare?
Naturalmente, la venuta attesa è quella di Gesù Cristo.
Spesso si fa un po’ di confusione: ci si focalizza solo intorno alla “prima” venuta di Gesù nel mistero dell’Incarnazione e si riduce l’Avvento ad un periodo in preparazione alla festa del Natale.
Eppure la maggior parte del tempo di Avvento è dedicata all’attesa della “seconda” venuta di Cristo nella gloria. Ad esempio – lo vedremo più sotto in dettaglio – gli stessi Vangeli delle prime tre settimane di Avvento (discorso escatologico di Gesù, predicazione di Giovanni Battista) preparano a questo tema. Ecco spiegate allora le dimensioni, in questo primo periodo soprattutto, di attesa “quaresimale”, seppur in forma smorzata e indicata dai testi liturgici come “attesa gioiosa”.
Entro questi due termini estremi si colloca una “terza” venuta: quella che ha luogo n ella Chiesa e nella vita cristiana, soprattutto per mezzo dei sacramenti. E’ quello che nella preghiera del Signore esprimiamo con l’invocazione: “venga il tuo Regno”: realtà sempre in atto, da cui la nostra vita esige di essere afferrata a ogni istante. (Cristo ieri, oggi e nei secoli”. Egli è l’”oggi” eterno del mondo.
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