Ago 172024
 

Carne e sangue, banchetto della
Sapienza. L’abbondanza del banchetto della Sapienza, cui tutti sono invitati, diviene simbolo della realtà che è il dono della carne e
del sangue di Gesù, quella carne che Gesù stesso ha assunto e che
ora condivide con noi per condurci alla vita eterna col Padre.

“abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti  per la via dell’intelligenza” è detto alla fine della prima  lettura; e all’inizio della seconda: “comportatevi non da  stolti ma da uomini saggi”. Meritano la nostra attenzione  queste esortazioni, anzitutto perché l’invito a usare  l’intelligenza non è mai fuori luogo. Noi siamo convinti  di essere intelligenti, e più o meno lo siamo tutti, ma non  sempre la usiamo questa nostra intelligenza, e spesso ci  lasciamo guidare dalla passione, dalla propaganda o da  chi grida più forte… E invece bisogna avere il coraggio  di usare l’intelligenza, che nel brano che abbiamo  ascoltato è messo in rapporto con la vita: “abbandonate la  stoltezza e vivrete”. 

 A parlare, nella prima lettura, è la Sapienza divina, che  viene presentata come una persona, la quale invita a un  banchetto: “mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho  preparato”. E’ facile capire che si tratta della Parola di  Dio di cui siamo invitati a nutrirci per vivere  spiritualmente, e in questo sta la via dell’intelligenza. E nel vangelo abbiamo sentito Gesù che parla di un  altro cibo e di un’altra bevanda: “Il pane che io darò è la  mia carne … La mia carne è vero cibo e il mio sangue  vera bevanda”. Queste parole suonavano misteriose agli  ascoltatori di allora, e anche se noi sappiamo che si tratta  dell’Eucaristia, che è Gesù che si fa nostro cibo, rimane  anche per noi un mistero – e allora c’è l’invito a superare  l’intelligenza. Non a negarla, ma a superarla nella fede,  metterla a servizio della fede, che accetta anche quanto  non comprende perché noi crediamo alla parola del  Signore. Se siamo qui ora, è perché crediamo a Gesù.

E anche Gesù mette in rapporto questa fede, e il cibarsi  di lui, con la vita. Lo ripete con insistenza: “se uno  mangia di questo pane vivrà in eterno – chi mangia la  mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna – chi  mangia di me vivrà per me – chi mangia questo pane  vivrà in eterno”. E in tante altre pagine del vangelo Gesù  si presenta come colui che può dare la vita perché lui  stesso è la vita: “Io sono la risurrezione e la vita – Io sono  la via la verità e la vita” dice in altre occasioni. 

 La vita di cui Gesù parla vale infinitamente di più di  questa, perché è la vita in Dio, la vita che non avrà fine,  la pienezza di vita… 

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