Ago 032024
 

Il cielo, origine del Pane. Il dono
del pane è segno concreto della relazione d’amore di Dio col popolo. Nel vangelo, Gesù stesso si fa pane e diventa questa relazione d’amore, facendosi dono che apre ciascuno dei credenti alla vita eterna.

“Non così avete imparato a conoscere Cristo”. Ai  cristiani di Efeso, che non si comportavano in modo  coerente con la loro fede, Paolo (nella seconda lettura) fa  questo richiamo: “Non così avete imparato a conoscere  Cristo”. Il testo greco è più espressivo, più forte: “non  così avete imparato Cristo”. Nella pagina del vangelo Gesù stesso ci insegna in che  cosa consiste questo imparare lui.

 A quelli che avevano usufruito del pane da lui  moltiplicato con un miracolo straordinario, dice: Voi avete in mente il pane che ho distribuito, e vi aspettate da  me che continui a darvelo così, miracolosamente, e mi  cercate solo per avere dei vantaggi materiali; non avete  capito che questo è soltanto un segno, cioè un invito a  scoprire il vero pane, il pane di vita, un invito a credere in  me. Non avete capito che il miracolo è un segno che rivela chi io sono. 

Le parole di Gesù raggiungono anche noi. Noi non  siamo stati partecipi di un qualche miracolo strepitoso, e  tuttavia se ripensiamo alla nostra vita ci rendiamo conto  di una continua azione di Dio a nostro bene, e dobbiamo  sentire in questo un invito a rinnovare sempre la nostra  fede. Nessuno è costretto a credere, e nel suo intimo,  dove soltanto Dio penetra, ciascuno di noi è libero di  accogliere quell’invito. Ma dobbiamo scegliere,  dobbiamo decidere se vogliamo stare con lui e vivere per  lui, oppure no. 

 Proprio perché è espressione di libertà, è importante  rinnovare la fede, sceglierla di nuovo: Mio Dio, credo in te Padre e Figlio e Spirito Santo, credo nel tuo amore,  accresci la mia fede!. 

A Gesù, i suoi contemporanei domandano: cosa  dobbiamo fare? Si aspettano l’indicazione di qualche  opera buona o di qualche particolare atto di culto. Ma lui  risponde: “Questa è l’opera di Dio: credere!”. 

 Credere a lui, cioè accettare le sue parole, ma anche  credere in lui, imparare lui, avere come punto di  riferimento la sua persona. 

 Quando lo sentiamo affermare: “Io sono il pane della  vita”, il nostro pensiero corre subito all’Eucaristia, ed è  giusto: ma la definizione che Gesù dà di se stesso come  “pane della vita” è più larga, più comprensiva, perché egli  è pane di vita anche con la sua parola e con il suo  esempio. 

 Ecco: l’opera che siamo chiamati a compiere è credere  a Gesù, credere in Gesù, imparare Gesù: lui è il Maestro,  ma lui è anche la materia da imparare. Imparare Cristo,  con la preghiera, nell’ascolto della sua parola, con un  comportamento fatto di giustizia e di bontà.

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