Lug 202024
 

Il pastore e il suo popolo. La funzione del sacerdote come custode del popolo ha un senso molto più ampio del semplice “prete”. Ciascun discepolo è chiamato a portare la parola del Signore e condurre a lui coloro che gli sono affidati.

Commento di don Mario Albertini

Tra le caratteristiche dell’evangelista Marco, da  cui è tratta la pagina che ci viene proposta oggi, c’è  quella di mettere in evidenza con le azioni di Gesù anche  i suoi atteggiamenti interiori, e precisamente il suo modo  di rapportarsi sia al gruppo degli apostoli sia alla gente  che lo avvicina. 

 C’era “molta folla che andava e veniva” attorno a Gesù,  scrive l’evangelista.. Persone alla ricerca di qualche cosa  che loro sfuggiva: “come pecore senza pastore”.  È un’immagine biblica che oggi ci viene presentata anche  nella prima lettura dal profeta Geremia. 

 Ebbene, Gesù “vide, e si commosse” per quella gente.  Ma quella gente siamo noi, siamo noi alla ricerca di  quello che veramente conta, della verità, del bene, ma  spesso cerchiamo a tentoni… 

 Ecco: il Signore ci vede, ci guarda con simpatia, si  commuove per noi, e si lascia trovare, si mette a nostra  disposizione: egli è il nostro Pastore, come affermiamo  nel salmo responsoriale della Messa. 

 La risposta alla nostra ricerca la possiamo trovare nella  parola e nell’esempio di Gesù; occorre mettersi alla sua  scuola, lasciarsi penetrare da quell’insegnamento,  gustarlo, trasformarlo in preghiera. Vi ritroveremo la  comunicazione dell’amore paterno di Dio, e questo darà  significato a tutto. 

 Ed ecco l’altro atteggiamento di Gesù: gli apostoli sono  tornati dalla loro prima missione che era stata  impegnativa, e sono stanchi. E Gesù capisce la loro  fatica, e li invita: “Venite in disparte, e riposatevi un po’”.  In disparte, cioè soltanto con lui.

L’invito al riposo è per noi. Sembra che oggi ci sia una  vera frenesia, e non si sta mai, o quasi, fermi. Si tratti di  lavoro, di impegni sociali, di divertimento… tutto di  corsa, ed ecco la stanchezza, lo stress si dice oggi. 

 “Riposatevi un po’”. Afferma la Bibbia che anche Dio  il settimo giorno riposò, e questa non è un’annotazione di  cronaca ma un insegnamento. Saper uscire dalla  preoccupazione del fare tutto, dal superlavoro, anche dal  rumoroso e stancante divertimento, e crearsi uno spazio  di silenzio e di calma. Per pensare alla propria vita, per  mettersi davanti a Dio e parlare con lui e ascoltarlo. Ogni  giorno, almeno qualche minuto; e in ogni settimana un  giorno, che è il giorno del Signore,  la “domenica”. Un  riposo del corpo, che permetta la serenità interiore per un  rapporto vivo, filiale, con Dio e un rapporto buono con  gli altri. 

 La Messa è il momento in cui accogliamo molto  concretamente l’invito di Gesù a stare con lui, in un  riposo che ci permette di riprendere da lui l’energia per  tornare ai nostri impegni sotto la sua guida. 

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