Il pastore e il suo popolo. La funzione del sacerdote come custode del popolo ha un senso molto più ampio del semplice “prete”. Ciascun discepolo è chiamato a portare la parola del Signore e condurre a lui coloro che gli sono affidati.
Commento di don Mario Albertini
Tra le caratteristiche dell’evangelista Marco, da cui è tratta la pagina che ci viene proposta oggi, c’è quella di mettere in evidenza con le azioni di Gesù anche i suoi atteggiamenti interiori, e precisamente il suo modo di rapportarsi sia al gruppo degli apostoli sia alla gente che lo avvicina.
C’era “molta folla che andava e veniva” attorno a Gesù, scrive l’evangelista.. Persone alla ricerca di qualche cosa che loro sfuggiva: “come pecore senza pastore”. È un’immagine biblica che oggi ci viene presentata anche nella prima lettura dal profeta Geremia.
Ebbene, Gesù “vide, e si commosse” per quella gente. Ma quella gente siamo noi, siamo noi alla ricerca di quello che veramente conta, della verità, del bene, ma spesso cerchiamo a tentoni…
Ecco: il Signore ci vede, ci guarda con simpatia, si commuove per noi, e si lascia trovare, si mette a nostra disposizione: egli è il nostro Pastore, come affermiamo nel salmo responsoriale della Messa.
La risposta alla nostra ricerca la possiamo trovare nella parola e nell’esempio di Gesù; occorre mettersi alla sua scuola, lasciarsi penetrare da quell’insegnamento, gustarlo, trasformarlo in preghiera. Vi ritroveremo la comunicazione dell’amore paterno di Dio, e questo darà significato a tutto.
Ed ecco l’altro atteggiamento di Gesù: gli apostoli sono tornati dalla loro prima missione che era stata impegnativa, e sono stanchi. E Gesù capisce la loro fatica, e li invita: “Venite in disparte, e riposatevi un po’”. In disparte, cioè soltanto con lui.
L’invito al riposo è per noi. Sembra che oggi ci sia una vera frenesia, e non si sta mai, o quasi, fermi. Si tratti di lavoro, di impegni sociali, di divertimento… tutto di corsa, ed ecco la stanchezza, lo stress si dice oggi.
“Riposatevi un po’”. Afferma la Bibbia che anche Dio il settimo giorno riposò, e questa non è un’annotazione di cronaca ma un insegnamento. Saper uscire dalla preoccupazione del fare tutto, dal superlavoro, anche dal rumoroso e stancante divertimento, e crearsi uno spazio di silenzio e di calma. Per pensare alla propria vita, per mettersi davanti a Dio e parlare con lui e ascoltarlo. Ogni giorno, almeno qualche minuto; e in ogni settimana un giorno, che è il giorno del Signore, la “domenica”. Un riposo del corpo, che permetta la serenità interiore per un rapporto vivo, filiale, con Dio e un rapporto buono con gli altri.
La Messa è il momento in cui accogliamo molto concretamente l’invito di Gesù a stare con lui, in un riposo che ci permette di riprendere da lui l’energia per tornare ai nostri impegni sotto la sua guida.
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