Capiscono allora, e comprendiamo anche noi, che l’ascensione porta a compimento l’opera di Cristo. Gesù, che ci ha meritato con la morte e risurrezione il perdono e la salvezza, ora è glorificato e così ci rende sicuri che anche per noi la morte non è la fine di tutto, che la meta ultima è l’incontro con lui e con il Padre nella vita eterna. Aveva detto ai discepoli: “vado a prepararvi un posto perché siate anche voi dove sono io”. Con la sua ascensione prepara per noi un posto in cielo, e questo diventa il fondamento della nostra speranza. Nel racconto sia del vangelo che della prima lettura l’attenzione è volta prima di tutto verso Gesù, ma poi essa deve spostarsi sugli apostoli, i quali, testimoni esclusivi delle ultime azioni e parole del Signore, ricevono ora il compito di prolungare e diffondere il suo messaggio di salvezza e di amore. L’ascensione segna il momento del passaggio dal tempo di Cristo al tempo degli apostoli e della chiesa. Ormai l’annuncio del regno di Dio è affidato ai discepoli di Gesù. Comprendiamo così che l’ascensione è importante per la nostra fede: e che ne derivano due conseguenze per noi:.
La prima conseguenza è che dobbiamo vivere nella speranza. Non una speranza qualsiasi. Ci sono tre virtù proprie del cristiano: la fede, la speranza e la carità. Di solito si parla della fede e della carità, ma poco della speranza. Essa è fondata sulla certezza dell’amore onnipotente di Dio e sulle promesse e sui meriti di Gesù, che la meta della nostra esistenza è la vita eterna. Sperare è camminare con Gesù verso il Padre.
La seconda conseguenza è che il compito affidato agli apostoli di annunciare il vangelo ad ogni creatura in qualche misura lo dobbiamo sentire affidato anche a noi. Come possiamo noi annunciare il vangelo? Ci sono modalità diverse, ma tutti possiamo farlo vivendo nella giustizia e nella bontà. Ci lamentiamo spesso che nel mondo non c’è giustizia, che c’è tanta cattiveria… Purtroppo è vero. Ma se ciascuno di noi cerca di essere un po’ più giusto lui, un po’ più buono lui, – darebbe un contributo a migliorare le cose: questo è l’annuncio che ci è affidato. Lo possiamo fare, perché avviene per noi quello che fu per gli apostoli: “Essi – dice il vangelo, partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro”. Ecco, il Signore opera anche assieme a noi, misteriosamente ma davvero, se noi facciamo sul serio. In conclusione: celebrare l’ascensione vuol dire godere che Gesù sia entrato anche come uomo nella gloria divina, e rinnovare questi due aspetti dell’essere cristiani: la speranza per il futuro eterno, e l’impegno ad essere giusti e buoni.
Sorry, the comment form is closed at this time.