Mag 112024
 

 Capiscono allora, e comprendiamo anche noi, che  l’ascensione porta a compimento l’opera di Cristo. Gesù, che ci  ha meritato con la morte e risurrezione il perdono e la salvezza,  ora è glorificato e così ci rende sicuri che anche per noi la  morte non è la fine di tutto, che la meta ultima è l’incontro con  lui e con il Padre nella vita eterna. Aveva detto ai discepoli:  “vado a prepararvi un posto perché siate anche voi dove sono  io”. Con la sua ascensione prepara per noi un posto in cielo, e  questo diventa il fondamento della nostra speranza. Nel racconto sia del vangelo che della prima lettura  l’attenzione è volta prima di tutto verso Gesù, ma poi essa deve  spostarsi sugli apostoli, i quali, testimoni esclusivi delle ultime  azioni e parole del Signore, ricevono ora il compito di  prolungare e diffondere il suo messaggio di salvezza e di  amore. L’ascensione segna il momento del passaggio dal tempo  di Cristo al tempo degli apostoli e della chiesa. Ormai  l’annuncio del regno di Dio è affidato ai discepoli di Gesù. Comprendiamo così che l’ascensione è importante per la  nostra fede: e che ne derivano due conseguenze per noi:. 

La prima conseguenza è che dobbiamo vivere nella speranza.  Non una speranza qualsiasi. Ci sono tre virtù proprie del  cristiano: la fede, la speranza e la carità. Di solito si parla della  fede e della carità, ma poco della speranza. Essa è fondata sulla  certezza dell’amore onnipotente di Dio e sulle promesse e sui  meriti di Gesù, che la meta della nostra esistenza è la vita  eterna. Sperare è camminare con Gesù verso il Padre. 

 La seconda conseguenza è che il compito affidato agli  apostoli di annunciare il vangelo ad ogni creatura in qualche  misura lo dobbiamo sentire affidato anche a noi. Come  possiamo noi annunciare il vangelo? Ci sono modalità diverse,  ma tutti possiamo farlo vivendo nella giustizia e nella bontà. Ci  lamentiamo spesso che nel mondo non c’è giustizia, che c’è  tanta cattiveria… Purtroppo è vero. Ma se ciascuno di noi cerca  di essere un po’ più giusto lui, un po’ più buono lui, – darebbe  un contributo a migliorare le cose: questo è l’annuncio che ci è  affidato. Lo possiamo fare, perché avviene per noi quello che fu  per gli apostoli: “Essi – dice il vangelo, partirono e predicarono  dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro”.  Ecco, il Signore opera anche assieme a noi, misteriosamente ma  davvero, se noi facciamo sul serio.  In conclusione: celebrare l’ascensione vuol dire godere che  Gesù sia entrato anche come uomo nella gloria divina, e  rinnovare questi due aspetti dell’essere cristiani: la speranza per  il futuro eterno, e l’impegno ad essere giusti e buoni.

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