Compassione, compassio, patire insieme, condividere attivamente il peso di una pena che coinvolge corpo e anima. Quali forme assume nel Terzo Millennio l’antico sentimento? Come si può partecipare oggi alle sofferenze altrui, realizzare il secolare intreccio tra le virtù della caritas e della pietas nel significato di rispetto dovuto ai bisognosi d’aiuto?
Per raggiungere un siffatto scopo, Giorgio Cosmacini, medico, storico e filosofo della medicina, ci propone un affascinante itinerario, una via redemptionis che percorre le sette opere di misericordia corporale in chiave attuale. Ciascuna delle stazioni propone così il rovescio dell’antica moneta: il dar da mangiare agli affamati si ribalta nell’esigenza di sottoalimentare gli obesi; dar da bere agli assetati si inverte nella regola di disassuefare i bevitori; vestire gli ignudi si trasforma nella resistenza alle invadenze della moda; alloggiare i pellegrini nel non respingere gli immigrati; visitare i malati nel non perdere il dialogo con i pazienti; visitare i carcerati è il non aggiungere pena a pena; seppellire i morti si traduce nel rispetto della dignità e della volontà di chi muore.
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